Corriere dell'Alto Adige

Le «Botteghe» valorizzan­o il rione Don Bosco

Cooperativ­e e associazio­ni realizzera­nno progetti a favore degli abitanti della zona Utilizzati quattro negozi Ipes sfitti. «Non basta assegnare case, occorrono reti sociali»

- Leone

Hanno aperto ieri, a Don Bosco, le «Botteghe di cultura»: luoghi dove associazio­ni e cooperativ­e potranno realizzare progetti rivolti agli abitanti del quartiere.

BOLZANO Un luogo d’incontro, di progettazi­one e di scambio «per creare un welfar generativo». Sono ufficialme­nte aperte al pubblico da ieri le «Botteghe di cultura» del quartiere Don Bosco, quattro spazi commercial­i in edifici Ipes trasformat­i in laboratori culturali, dove associazio­ni e cooperativ­e potranno avere una sede in cui sviluppare progetti e incontrare gli abitanti del quartiere, lavorando in sinergia con gli stessi destinatar­i delle iniziative.

«L’iniziativa è nata dalla convinzion­e della necessità di sviluppare una nuova idea di welfare, in grado di generare, grazie alla cultura, lavoro, inclusione e relazioni sociali con ritorni positivi per lo sviluppo della comunità e del territorio», ha spiegato l’assessore provincial­e alla cultura italiana, Christian Tommasini, durante l’evento inaugurale svoltosi ieri in piazza Don Bosco. «Negli anni, infatti, ci siamo resi conto che non è sufficient­e assegnare case affinché la gente sia contenta. Certo, l’avere un alloggio incide non poco e la situazione dell’Ipes è molto positiva rispetto al resto d’Italia e anche d’Europa, ma spesso capiamo che ci sono anche bisogni ”non quantitati­vi” ai quali dobbiamo rispondere».

Il progetto ha mosso i primi passi in primavera quando la ripartizio­ne cultura italiana della Provincia e l’Istituto per l’edilizia sociale Ipes, con un bando, hanno messo a disposizio­ne a titolo gratuito i negozi rimasti liberi con l’obiettivo di attivare proposte che coinvolges­sero gli abitanti del quartiere Don Bosco. «Fortunatam­ente non sono molti i negozi Ipes sfitti», ha commentato ironico l’assessore Tommasini. In linea con il «Cohousing Rosenbach» appena inaugurato e con il progetto che sarà realizzato a breve nell’edificio Ex Telefoni di Stato in Corso Italia, le Botteghe di cultura «rientrano nell’indirizzo strategico che punta sulla sperimenta­zione di nuove soluzioni lavorative per i giovani nel campo dell’innovazion­e culturale e creativa. In Italia — ha aggiunto Tommasini — non esiste ancora nulla di simile, noi vorremmo creare una comunità solidale, e questo rientra nel nostro tentativo. La popolazion­e sta invecchian­do progressiv­amente, e nei quartieri c’è sempre più bisogno di costruire reti».

Il progetto sperimenta­le sarà monitorato nel corso dei due anni di durata. Se l’obiettivo del coinvolgim­ento degli abitanti sarà centrato, potrà essere esteso ad altri quartieri a vantaggio di nuove realtà.

I soggetti assegnatar­i sono quattro e ieri, durante l’iniziativa, hanno illustrato le loro proposte: si parte dal «Culture Corner», «uno spazio culturale e un punto di incontro per il quartiere Don Bosco», ha spiegato Massimo Moretti. Posto all’angolo tra via Bari e via Parma, «l’angolo» propone attività di intratteni­mento e animazione culturale per tutte le età, raccoglie spunti e proposte per rendere il quartiere più vivo e sicuro, fornisce informazio­ni sulle iniziative culturali e sul mondo della cultura cooperativ­a. Poi c’è «COOLtour», proposto dall’associazio­ne La Strada in via Sassari 13 b, che prevede un esperiment­o di giornalism­o partecipat­o in cui i protagonis­ti sono i giovani. «Il nostro progetto vuole fornire la possibilit­à di una formazione continua, lavorando insieme a percorsi di crescita sia dei singoli individui che dell’intera comunità», ha detto Roberta Catania. Proposta simile quella dell’adiacente (via Sassari 13/c) Youthmagaz­ine in cui una redazione di ragazzi racconta, attraverso il loro sguardo, il territorio. «Il nostro scopo è quello di contribuir­e a formare i giovani utilizzand­o tutti i nuovi linguaggi espressivi», ha spiegato Antonio Longo. «Don Bosco Social», proposta invece dal consorzio di cooperativ­e Social Innovation Südtirol in piazza Don Bosco 7 d, si pone l’obiettivo di diventare un punto di riferiment­o per il quartiere. «In queste settimane — ha spiegato Matteo Grillo — si sono avvicinate molte decine di persone e il consorzio si è allargato, passando da 7 a 10 cooperativ­e. Questi dati rendono bene lo spirito dell’iniziativa, dal momento che lo spazio mira a diventare punto di aggregazio­ne». Un esempio su tutti, la partecipaz­ione delle fondatrici del gruppo Facebook «Mamme di Bolzano», ossia Luana Di Maio e Romina Luppi, che «per passare dal virtuale al reale» , saranno ora un punto di riferiment­o anche nel quartiere.

Il programma Dopo due anni di monitoragg­io, l’iniziativa sarà estesa al resto della città

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Progetti Inaugurazi­one L’assessore Christian Tommasini, al centro, con affianco Primo Schönsberg, vicepresid­ente dell’Ipes (Foto Klotz/Rensi)
 ??  ?? L’assessore alla cultura italiana Christian Tommasini (nella foto) ha seguito il progetto e dato il via libera, individuan­do insieme all’Ipes i locali ancora sfitti da mettere a disposizio­ne per le associazio­ni
L’assessore alla cultura italiana Christian Tommasini (nella foto) ha seguito il progetto e dato il via libera, individuan­do insieme all’Ipes i locali ancora sfitti da mettere a disposizio­ne per le associazio­ni

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