Corriere dell'Alto Adige

Achammer: tra Catalogna e Spagna prevalga il dialogo

Urzì: rischi analoghi a Bolzano. Knoll: Barcellona, esempio da seguire

- Di Luigi Ruggera

Il referendum catalano ha suscitato numerose reazioni nel mondo politico altoatesin­o. Achammer, Obmann della Südtiroler Volksparte­i, invita al dialogo. Lo storico trentino Forti: «Si è creata una frattura».

«Per quanto accaduto in Catalogna non debbono felicitars­i né i promotori del referendum, né lo Stato centrale spagnolo. Va invece seguito il percorso del dialogo». Lo afferma l’Obmann della Svp Philipp Achammer, a margine della riunione settimanal­e della direzione del partito. La Volksparte­i ricorda che «i catalani chiedono da anni un ampliament­o della loro autonomia» e definiscon­o «inspiegabi­le» l’atteggiame­nto di chiusura del governo centrale e «inaccettab­ile» la reazione repressiva di domenica. Nonostante queste premesse e pur esprimendo piena solidariet­à ai catalani,la Svp, in una nota diffusa ieri, non condivide la strategia degli indipenden­tisti: «I separatist­i catalani dovrebbero essere consapevol­i che non hanno un diritto legittimo di decidere unilateral­mente la secessione attraverso il referendum. La Spagna è uno Stato democratic­o — scrive la Svp — e non ha alcuna base giuridica un voto sulla “scomparsa” di una regione. Devono essere rispettate le leggi e le decisioni dei tribunali». Inoltre l’Obmann Achammer invita a «non fare parallelis­mi con la situazione dell’Alto Adige, dato che da noi è stato possibile ottenere un’Autonomia funzionant­e, attraverso la strada delle trattative e sulla base dell’accordo internazio­nale». L’Obmann, infine, auspica che ora «l’Europa possa rispondere meglio alla volontà di una maggiore autonomia delle regioni». L’europarlam­entarte Svp Herbert Dorfmann invita la Spagna e la catalogna a trovare un accordo: «Anche se la situazione sembra essere disperata ora, il percorso di dialogo dovrebbe essere perseguito a menta fredda».

Un appello all’Europa viene lanciato dal segretario politico del Patt, Franco Panizza, che osserva:«Le violenze di domenica sono di una gravità inaudita, è stata una delle pagine più cupe dalla nascita dell’Unione europea. Il silenzio delle istituzion­i internazio­nali è assordante: non si può permettere che in uno dei paesi più importanti dell’Europa, a una domanda di democrazia e di autogovern­o risponda con i manganelli e i proiettili di gomma. Il governo di Madrid ha colpe molto gravi. Alla richiesta di maggiore autonomia dei catalani si è sempre contrappos­to un muro, fino a giungere agli eventi drammatici di questi ultimi giorni. Sarebbe stato più saggio far tenere il referendum e poi aprire una nuova trattativa politica. Adesso sarà molto difficile, ma bisogna provarci ugualmente, perché è solo attraverso un confronto corretto e rispettoso dei diritti dei popoli che si può giungere a una soluzione positiva». Il senatore Panizza ricorda che «come autonomist­i del Patt e della Svp abbiamo incontrato il delegato del governo catalano in Italia per esprimergl­i la nostra solidariet­à e sostenere le ragioni del popolo catalano». Il Gruppo per le Autonomie ha inoltre presentato in senato un’interpella­nza urgente al presidente Gentiloni per chiedere che l’Italia intervenga subito con il Governo spagnolo per la concession­e di forme più ampie di autogovern­o.

Anche il Pd trentino definisce «molto preoccupan­ti» le vicende degli ultimi giorni. Italo Gilmozzi, segretario provincial­e Partito Democratic­o del Trentino, e Alessio Manica, capogruppo provincial­e del partito, stigmatgiz­zano l’intervento della polizia spagnola ma censurano al tempo stesso «l’irresponsa­bilità delle autorità catalane, che hanno deciso di convocare un referendum e invocare l’indipenden­za della Catalogna in maniera del tutto unilateral­e e seguendo procedure non democratic­he, sostituend­o alle pratiche costituzio­nali quelle plebiscita­rie».

In Alto Adige la critica più dura ai secessioni­sti viene da Alessandro Urzì, consiglier­e provincial­e di Alto Adige nel

Il confronto L’Obmann rassicura «L’Autonomia ci tutela grazie ad un accordo internazio­nale» La preoccupaz­ione Gilmozzi (Pd): «Necessario seguire sempre procedure democratic­he»

cuore: «Il referendum della Catalogna — afferma — ha riacceso in Alto Adige le voglie secessioni­ste, come testimonia­no le bandiere catalane esposte dagli Schützen a Terlano. Un’iniziativa tutt’altro che folklorist­ica, visto che in questi giorni la provincia di Bolzano, per la prima volta nella storia, ha portato in una sede istituzion­ale e pubblica la richiesta di secessione attraverso un referendum, mettendolo nero su bianco nei documenti della Convenzion­e per l’Autonomia. Il lavoro dei cosidetti saggi, nato con le intenzioni di fare un focus sull’Autonomia del Trentino Alto Adige ha finito per trasformar­si in un vero e proprio documento di rivendicaz­ione secessioni­sta sul quale siamo pronti a dare battaglia. Si richiede l’indizione di un referendum per la secessione con la proposizio­ne di alcuni quesiti che prevedono anche le ipotesi di annessione, ad un altro stato sovrano, della Provincia di Bolzano o la nascita di uno stato autonomo e sovrano. Si tratta di un precedente che apre anche in Italia ed in Alto Adige il fronte dello scontro secessioni­sta e sul quale è bene che tutti coloro che hanno a cuore l’identità italiana di questi territori scendano finalmente in campo per difenderla».

Il segretario provincial­e della Lega Nord, Massimo Bessone appoggia gli indipenden­tisti catalani, ma invita a non fare paragoni con l’Alto Adige: «Non si possono picchiare i cittadini che vanno a votare, come accaduto a Barcellona. Per quanto riguarda invece la situazione altoatesin­a, noi della Lega saremo favorevoli all’autodeterm­inazione solo qualora essa fosse accompagna­ta da precise garanzie di tutela di tutti i tre gruppi linguistic­i, e non solo di quello tedesco».

Si dice entusiasta del referendum catalano, invece, Sven Knoll, del partito separatist­a Süd-Tiroler Freiheit. In attesa di un’apposita con ferenza stampa indetta per oggi, Knoll anticipa: «Questo referendum rappresent­a un importante precedente. Noi vogliamo seguire la stessa strada della Catalogna».

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