Achammer: tra Catalogna e Spagna prevalga il dialogo
Urzì: rischi analoghi a Bolzano. Knoll: Barcellona, esempio da seguire
Il referendum catalano ha suscitato numerose reazioni nel mondo politico altoatesino. Achammer, Obmann della Südtiroler Volkspartei, invita al dialogo. Lo storico trentino Forti: «Si è creata una frattura».
«Per quanto accaduto in Catalogna non debbono felicitarsi né i promotori del referendum, né lo Stato centrale spagnolo. Va invece seguito il percorso del dialogo». Lo afferma l’Obmann della Svp Philipp Achammer, a margine della riunione settimanale della direzione del partito. La Volkspartei ricorda che «i catalani chiedono da anni un ampliamento della loro autonomia» e definiscono «inspiegabile» l’atteggiamento di chiusura del governo centrale e «inaccettabile» la reazione repressiva di domenica. Nonostante queste premesse e pur esprimendo piena solidarietà ai catalani,la Svp, in una nota diffusa ieri, non condivide la strategia degli indipendentisti: «I separatisti catalani dovrebbero essere consapevoli che non hanno un diritto legittimo di decidere unilateralmente la secessione attraverso il referendum. La Spagna è uno Stato democratico — scrive la Svp — e non ha alcuna base giuridica un voto sulla “scomparsa” di una regione. Devono essere rispettate le leggi e le decisioni dei tribunali». Inoltre l’Obmann Achammer invita a «non fare parallelismi con la situazione dell’Alto Adige, dato che da noi è stato possibile ottenere un’Autonomia funzionante, attraverso la strada delle trattative e sulla base dell’accordo internazionale». L’Obmann, infine, auspica che ora «l’Europa possa rispondere meglio alla volontà di una maggiore autonomia delle regioni». L’europarlamentarte Svp Herbert Dorfmann invita la Spagna e la catalogna a trovare un accordo: «Anche se la situazione sembra essere disperata ora, il percorso di dialogo dovrebbe essere perseguito a menta fredda».
Un appello all’Europa viene lanciato dal segretario politico del Patt, Franco Panizza, che osserva:«Le violenze di domenica sono di una gravità inaudita, è stata una delle pagine più cupe dalla nascita dell’Unione europea. Il silenzio delle istituzioni internazionali è assordante: non si può permettere che in uno dei paesi più importanti dell’Europa, a una domanda di democrazia e di autogoverno risponda con i manganelli e i proiettili di gomma. Il governo di Madrid ha colpe molto gravi. Alla richiesta di maggiore autonomia dei catalani si è sempre contrapposto un muro, fino a giungere agli eventi drammatici di questi ultimi giorni. Sarebbe stato più saggio far tenere il referendum e poi aprire una nuova trattativa politica. Adesso sarà molto difficile, ma bisogna provarci ugualmente, perché è solo attraverso un confronto corretto e rispettoso dei diritti dei popoli che si può giungere a una soluzione positiva». Il senatore Panizza ricorda che «come autonomisti del Patt e della Svp abbiamo incontrato il delegato del governo catalano in Italia per esprimergli la nostra solidarietà e sostenere le ragioni del popolo catalano». Il Gruppo per le Autonomie ha inoltre presentato in senato un’interpellanza urgente al presidente Gentiloni per chiedere che l’Italia intervenga subito con il Governo spagnolo per la concessione di forme più ampie di autogoverno.
Anche il Pd trentino definisce «molto preoccupanti» le vicende degli ultimi giorni. Italo Gilmozzi, segretario provinciale Partito Democratico del Trentino, e Alessio Manica, capogruppo provinciale del partito, stigmatgizzano l’intervento della polizia spagnola ma censurano al tempo stesso «l’irresponsabilità delle autorità catalane, che hanno deciso di convocare un referendum e invocare l’indipendenza della Catalogna in maniera del tutto unilaterale e seguendo procedure non democratiche, sostituendo alle pratiche costituzionali quelle plebiscitarie».
In Alto Adige la critica più dura ai secessionisti viene da Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel
Il confronto L’Obmann rassicura «L’Autonomia ci tutela grazie ad un accordo internazionale» La preoccupazione Gilmozzi (Pd): «Necessario seguire sempre procedure democratiche»
cuore: «Il referendum della Catalogna — afferma — ha riacceso in Alto Adige le voglie secessioniste, come testimoniano le bandiere catalane esposte dagli Schützen a Terlano. Un’iniziativa tutt’altro che folkloristica, visto che in questi giorni la provincia di Bolzano, per la prima volta nella storia, ha portato in una sede istituzionale e pubblica la richiesta di secessione attraverso un referendum, mettendolo nero su bianco nei documenti della Convenzione per l’Autonomia. Il lavoro dei cosidetti saggi, nato con le intenzioni di fare un focus sull’Autonomia del Trentino Alto Adige ha finito per trasformarsi in un vero e proprio documento di rivendicazione secessionista sul quale siamo pronti a dare battaglia. Si richiede l’indizione di un referendum per la secessione con la proposizione di alcuni quesiti che prevedono anche le ipotesi di annessione, ad un altro stato sovrano, della Provincia di Bolzano o la nascita di uno stato autonomo e sovrano. Si tratta di un precedente che apre anche in Italia ed in Alto Adige il fronte dello scontro secessionista e sul quale è bene che tutti coloro che hanno a cuore l’identità italiana di questi territori scendano finalmente in campo per difenderla».
Il segretario provinciale della Lega Nord, Massimo Bessone appoggia gli indipendentisti catalani, ma invita a non fare paragoni con l’Alto Adige: «Non si possono picchiare i cittadini che vanno a votare, come accaduto a Barcellona. Per quanto riguarda invece la situazione altoatesina, noi della Lega saremo favorevoli all’autodeterminazione solo qualora essa fosse accompagnata da precise garanzie di tutela di tutti i tre gruppi linguistici, e non solo di quello tedesco».
Si dice entusiasta del referendum catalano, invece, Sven Knoll, del partito separatista Süd-Tiroler Freiheit. In attesa di un’apposita con ferenza stampa indetta per oggi, Knoll anticipa: «Questo referendum rappresenta un importante precedente. Noi vogliamo seguire la stessa strada della Catalogna».