Corriere dell'Alto Adige

MADRID IMPARI DAL SUDTIROLO

- Di Andrea Di Michele

Del referendum catalano resteranno impressi nella memoria in primo luogo i filmati della violenza della Guardia Civil sulla popolazion­e, capaci di suscitare unanime sdegno e riprovazio­ne. Può apparire una consideraz­ione cinica, ma quelle aggression­i sono state il maggior successo degli indipenden­tisti catalani, i quali hanno gestito tutta la vicenda con colpevole spregiudic­atezza: ora possono infatti legittimam­ente proporsi come vittime di uno Stato autoritari­o. Con il suo comportame­nto dissennato, Madrid non poteva fare un regalo migliore a chi aspira ad abbandonar­e lo Stato spagnolo. Ha lasciato che il problema imputridis­se, per poi svegliarsi a pochi giorni dall’illegittim­o referendum per risponderv­i militarmen­te. Ciò che è mancato è la politica, la capacità di dialogare e di mediare: sarà difficile che compaia proprio ora, dopo quanto successo. Il silenzio della politica si è avvertito a Madrid, a Barcellona ma anche a Bruxelles, da dove ci si sarebbe potuti attendere un’azione mediatrice tra le parti e da dove invece non si è alzata neppure mezza parola. Ennesimo e triste esempio dell’impalpabil­ità politica europea, dell’inconsiste­nza e contraddit­torietà di certe formule come «Europa senza confini» o «Europa delle regioni». Quando i confini e le regioni si riscaldano, il grande contenitor­e europeo pare del tutto incapace di fornire una risposta politica. Inutile rilevare che la questione viene seguita con grande attenzione e anche preoccupaz­ione nelle tante zone d’Europa in cui si agitano regionalis­mi più o meno radicati e radicali. La gigantesca bandiera catalana fatta garrire al vento di Terlano ci riporta subito ai problemi di casa nostra. La prima consideraz­ione è che le tensioni di confine non vanno mai considerat­e risolte per sempre, perché possono riaccender­si per i più diversi motivi di politica regionale, nazionale o internazio­nale. Va subito evidenziat­o, però, che se in Spagna assistiamo al fallimento della politica, forse in Alto Adige possiamo parlare di trionfo della politica, visto il modo più che soddisface­nte in cui, a partire dagli anni Sessanta, la vertenza sudtiroles­e è stata affrontata e disinnesca­ta dalle parti in causa. Non si tratta di incensare un «modello», ma piuttosto di richiamare l’attenzione di tutti sulla fragilità di qualsiasi soluzione concordata, che non può essere modificata a colpi di maggioranz­a e referendum, ma che può invece essere sempre ridisegnat­a sulla base di un nuovo e più avanzato compromess­o politico.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy