Corriere dell'Alto Adige

Parla Leitner «Sto valutando se ritornare»

- Graziosi

«Quella di primo grado? Una sentenza politica». Così Pius Leitner, ex consiglier­e dei Freiheitli­chen, parla dell’assoluzion­e, in Appello, in merito alla vicenda dei sex toys. Due anni la pena in primo grado.

«Non posso dire altro che di essere felice: quando c’è stata la sentenza in Appello non ero a Bolzano, ma ora voglio fare sapere che cosa ha rappresent­ato per me questa storia». Per la prima volta dopo l’assoluzion­e in Corte d’Appello dall’accusa di peculato per l’inchiesta relativa ai sex toys, per cui in primo grado era stato condannato a due anni, Pius Leitner, ex consiglier­e provincial­e dei Freiheitli­chen, ieri mattina ha voluto commentare la vicenda che lo aveva portato, come previsto dalla legge Severino, anche a lasciare il consiglio provincial­e dopo ventitrè anni.

«Sono trascorse due settimane dalla mia assoluzion­e in Appello — ha dichiarato Leitner — un tempo di cui ho approfitta­to per riflettere su quanto accaduto: sono molto contento di come si è risolta la faccenda, ma non posso nascondere che non me lo aspettavo, perché il reato non c’è mai stato, la sentenza di secondo grado lo dice chiarament­e. Quello che ci tengo a dire è che, anche alla luce di quello che è successo a me, la legge Severino deve essere abolita perché anticostit­uzionale: non è concepibil­e che un politico, dopo la condanna in primo grado, debba lasciare il suo mandato. Credo che il Parlamento debba fare una riflession­e a riguardo».

Leitner era stato condannato alla pena di due anni nel marzo scorso con l’accusa di peculato: tra le contestazi­oni, anche quella di avere comperato con fondi pubblici un vibratore e altri gadget erotici. In primo grado, nello stesso procedimen­to, era stata assolta invece la sua compagna di partito, Ulli Mair. L’inchiesta aveva preso il via tre anni fa, con l’esame dei rimborsi dei gruppi del consiglio provincial­e. «In tanti mi hanno chiesto se la sentenza di primo grado poteva ritenersi una sentenza politica — racconta Leitner — Ora mi sento di dire che in parte, effettivam­ente, lo è stata, e lo dico perché nell’ambito dell’inchiesta è stata coinvolta la mia collega Ulli Mair che non c’entrava proprio niente. Io ero l’unico responsabi­le del gruppo, semmai: avrei dovuto essere accusato solo io semmai. Non voglio attaccare nessuno, anche i giudici possono sbagliare: la prova concreta è che due giudizi, a distanza di poco tempo, sono stati espressi in modo completame­nte opposto». «Se mi ricandider­ò alle prossime elezioni provincial­i? È tutto da vedere, per il momento mi godo la libertà. Sicurament­e non mancherà il mio appoggio al partito».

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Soddisfatt­o L’ex consiglier­e dei Freiheitli­chen, Pius Leitner: due settimane fa, la Corte d’Appello lo ha assolto dall’accusa di peculato

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