Trento-Bondone, pronto lo studio Partenza da piazzale Sanseverino
Trentino Sviluppo ha completato il lavoro: l’impianto costerà circa 40 milioni
TRENTO Partenza da piazzale Sanseverino. E poi su verso Vason, con fermate intermedie a Sardagna e Vaneze. Nell’atteso business plan completato in questi giorni, Trentino Sviluppo tratteggia un percorso in parte rinnovato per il tanto discusso impianto di collegamento tra il fondovalle e il monte Bondone.
Niente più stazione a valle nel parcheggio ex Sit di via Canestrini, insomma: dal punto di vista tecnico, secondo gli esperti, quella sarebbe la zona meno indicata. Per problemi che erano stati sollevati anche negli studi di fattibilità commissionati in passato. Meglio sposare la partenza a sud. Con una zona ideale dal punto di vista tecnico, meno da quello strategico: l’area oggi occupata dallo stadio Briamasco. Lì la stazione della funivia sarebbe perfetta per superare tutti gli ostacoli tecnici. Ma l’eterno dibattito sullo spostamento dell’impianto sportivo — sul quale ancora non è stata presa una decisione — allungherebbe di fatto ogni possibile intervento. Rinviando ulteriormente il progetto. Ecco dunque la soluzione intermedia. Vale a dire piazzale Sanseverino, di nuovo in mano comunale a seguito dei giri di proprietà tra Palazzo Thun, Università e Provincia che hanno coinvolto anche l’attuale sede di Trento Fiere. «Si tratta di una posizione strategica» assicura il consigliere delegato al Bondone Dario Maestranzi (Patt). «Piazzale Sanseverino — prosegue l’esponente autonomista — è più vicino al centro città, a poche centinaia di metri da piazza Duomo e a pochi passi anche dal Museo delle scienze. Si tratta di una zona ottimale». Non solo: «Esiste già un progetto per la costruzione di un parcheggio interrato sotto il piazzale. Diventerebbe, di fatto, il parcheggio di riferimento per la futura funivia». E la distanza dalle stazioni dei treni e delle corriere? «Questa — risponde Maestranzi — è una delle obiezioni sollevate. Ma in prospettiva potrà essere risolta. Penso, ad esempio, alla creazione di una fermata dei treni in quella zona: i binari passano proprio lì dietro».
Lo studio elaborato da Trentino Sviluppo finirà, a breve, sul tavolo della giunta comunale. E anche su quello della giunta guidata da Ugo Rossi. Con dati in parte già noti: secondo le prospettive, infatti, l’impianto avrà un costo di circa 32 milioni di euro, ai quali si dovranno aggiungere anche le «spese accessorie», arrivando quindi a un totale di circa 40 milioni di euro.
«L’operazione — mette in chiaro il consigliere delegato — deve essere innanzitutto portata avanti politicamente. Non è pensabile trovare un partner privato se non esiste un progetto e una pianificazione. E attualmente quello che manca è proprio questo: una chiara manifestazione di interesse da parte dell’ente pubblico, la volontà dell’amministrazione di ascoltare proposte». Un punto, questo, sul quale l’esponente autonomista è deciso a non mollare la presa, anche in vista della consegna del masterplan relativo alla riqualificazione del Bondone, prevista per il prossimo aprile. «Sarà fondamentale — conclude Maestranzi — promuovere anche un momento pubblico per la presentazione delle proposte ai cittadini».
Dario Maestranzi Ora serve un passaggio politico. Poi, con il masterplan, si dovranno informare i cittadini