Richiedenti asilo, solo il 6% lavora Offerta di occupazione da 17 comuni
BOLZANO Solo 110 richiedenti asilo sui 1.700 presenti in Alto Adige svolgono lavori socialmente utili. Una percentuale che raggiunge appena il 6,47%. Sono i dati, relativi al 31 agosto 2017, presentati dal gruppo consiliare dei Freiheitlichen, che chiede maggiori sforzi da parte di tutte le forze in campo: Comuni, comunità comprensoriali, Caritas, Volontarius e Commissariato del governo. Nei lavori socialmente utili rientrano ad esempio la pulizia delle strade, la rimozione della neve, la manutenzione della segnaletica stradale, la cura del verde pubblico, ma anche un aiuto per quanto riguarda la raccolta differenziata e molto altro.
«Lavori di questo tipo non mancano di certo — ha spiegato il consigliare provinciale Walter Blaas — e sono uno strumento fondamentale nell’ottica dell’integrazione, soprattutto per quanto riguarda la cultura e la lingua: sembra però che siano gli stessi richiedenti asilo a non essere in primis interessati a darsi da fare in questo senso e già l’anno scorso avevamo fatto presente il problema». La prima interrogazione dei Freiheitlichen risale al giugno 2016, quando furono forniti i dati relativi al 31 marzo 2016: al tempo erano 870 le persone richiedenti asilo in provincia, di cui circa una cinquantina quelle impiegate in lavori socialmente utili.
Ad oggi sono solo i 17 i Comuni altoatesini che aderiscono alle indicazioni date dal ministero dell’Interno già nel 2014, relative all’offerta di lavori volontari e socialmente utili per richiedenti asilo: questi si devono dare la propria disponibilità e l’amministrazione pubblica, in primo luogo i comuni, possono decidere che tipo di lavoro assegnare e a chi. I comuni coinvolti sono Bolzano, Merano, Ortisei, Santa Cristina, San Candido, Dobbiaco, Villabassa, Monguelfo, Valle di Casies, Braies, Castelrotto, Vandoies, Prati di Vizze, Vipiteno, Bressanone, Lana e Prato allo Stelvio.
«C’è un grosso divario tra est ed ovest — ha aggiunto Blaas — in Val Pusteria sono molte le amministrazioni comunali che hanno deciso di aderire a questo progetto, pochissime o nessuna invece in Bassa Atesina e Burgraviato: è necessario un aiuto concreto da parte del Consorzio dei Comuni per alleggerire la troppa pressione burocratica. I richiedenti asilo sarebbero impiegati in ambiti che non richiedono grosse conoscenze specifiche e beneficerebbero dell’aiuto di un tutor: per questo è un progetto che potrebbe coinvolgere molti più Comuni rispetto a quelli che già hanno aderito, perché va anche nell’interesse delle stesse amministrazioni».
Il Consorzio dei Comuni, dal canto suo, è aperto a una collaborazione: «Se c’è bisogno di aiutare i comuni nello svolgimento delle pratiche burocratiche diamo la massima disponibilità — così Andreas Schatzer, presidente del Consorzio — finora però non abbiamo avuto richieste e al momento non siamo molto coinvolti nel programma riguardante i profughi, che viene coordinato per gran parte dalla Provincia».