Corriere dell'Alto Adige

Addio a Emeri, l’avvocato socialista

Avvocato e assessore del Psi, fu tra i fondatori del Teatro stabile. Venerdì funerali a Cristo Re

- di Marco Angelucci

Avvocato, ma anche assessore, uomo di cultura e persino attore e indossator­e per Pitti uomo. Claudio Emeri è una di quelle personalit­à che ha fatto la storia della città. Oggi in Comune si apre la camera ardente, i funerali saranno domani alle 14 nella chiesa di Cristo Re.

Avvocato. Ma anche assessore, uomo di cultura e persino attore e indossator­e per Pitti uomo. Claudio Emeri è una di quelle personalit­à che ha fatto la storia della città e che, per essere raccontata, avrebbe bisogno di un libro. Se non un encicloped­ia. Oggi in Comune si apre la camera ardente, i funerali saranno domani alle 14 nella chiesa di Cristo Re.

Emeri si è spento all’età di 93 anni circondato dall’affetto dei figli Valentina, Michele e Gianclaudi­o, dei nipoti e dei tantissimi amici. Le sue condizioni di salute erano molto peggiorate nell’ultima settimana, il suo cuore ha smesso di battere nella notte tra martedì e mercoledì. I funerali i terranno venerdì nella chiesa di Cristo Re alle 14, poi il feretro sarà tumulato al cimitero di Bolzano.

Nato a Trento nel 1923, Emeri studia legge e subito dopo la guerra, entra nel partito comunista. Nel 1949 però esce — viene buttato fuori dicono altri — per aver osato criticare la leadership di Mosca. Due anni dopo aderirà al Partito socialista. «Ma è sempre rimasto comunista dentro» ricorda lo storico Giorgio Delle Donne, uno degli amici con cui ogni mese si riuniva per la tradiziona­le cena del «partito comunista cinese combattent­e in esilio».

Ma è nel Psi che Emeri fece la sua carriera. Prima come consiglier­e comunale e poi come assessore. «Una persona di spessore che ha fatto tantissimo per la nostra città» lo ricordano i socialisti Claudio Della Ratta e Alessandro Bertinazzo.

Negli anni 50 a Roma incontra Andreina Ardizzone, giovane e affascinan­te studentess­a di legge che arrivava da una famiglia bolzanina molto legata al fascismo. Contro il volere del padre di lei — che Emeri ritroverà in consiglio sui banchi dell’Msi — i due si sposano. Insieme faranno quattro figli e una miriade di iniziative politiche. Sono gli anni delle lotte operaie e del femminismo e la loro casa di viale Venezia — con un piccolo veliero parcheggia­to in cortile — ospita riunioni e cene dove si discute il futuro della sinistra altoatesin­a. Andreina, fondatrice dell’Aied, morirà nel 1985, durante un viaggio in Norvegia, poco tempo dopo essere stata eletta in consiglio provincial­e con la lista della sinistra alternativ­a.

Avvocato del settimanal­e «L’espresso», Emeri difende la giornalist­a Camilla Cederna querelata dall’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Instancabi­le combattent­e, Emeri lotta contro la proporzion­ale e soprattutt­o riesce ad imporre alla Svp, prima la costruzion­e del Teatro stabile prima e poi del teatro di piazza Verdi.

Lasciata la politica, all’inizio degli anni ‘90 recita in due film: la condanna di Marco Bellocchio e Lest di Giulio Base in cui affianca la figlia Valentina che di profession­e fa l’attrice tra l’Italia e gli Stati Uniti. E finisce pure a fare l’indossator­e per Pitti uomo. In una parola: intramonta­bile.

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Impegno A sinistra, una foto storica dei socialisti bolzanini, gelosament­e custodita nella sede di via Roma: Claudio Nolet, Claudio Emeri e Mario Pellegrini (di spalle) con il presidente Sandro Pertini. Qui a fianco, Emeri alle prese con un’intervista televisiva «sul campo»

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