Merano Arte celebra l’architetto Ronca «Pura modernità»
In attesa che — presto e soprattutto bene — si ripercorrano le esperienze di architetti del calibro di Silvano Bassetti e di Roby Nicoli (che hanno trasformato e rivitalizzato Bolzano e scomparsi davvero troppo presto), tocca ad Armando Ronca essere ricordato attraverso la sua professione e i suoi progetti. Accade a Kunst Merano Arte fino al 14 gennaio, dove le opere del professionista veronese scomparso nel 1970 sono proposte in modo organico ed analitico. E del resto, trattandosi di architettura, non si vede proprio in quale altro modo una galleria potrebbe occuparsene.
A Ronca si attribuisce «il merito di aver realizzato oltre 30 edifici che hanno letteralmente plasmato il volto di Bolzano e Merano». Ma si esagera e questo non fa bene innanzitutto alla sua memoria. Fu, piuttosto, un buon e onesto figlio del suo tempo, puntuale e colto, più geniale, gran lavoratore che archistar (come si direbbe con il lessico di oggi).
L’esposizione meranese curata da Andreas Kofler e Magdalene Schmidt analizza il lavoro di Armando Ronca attraverso un’ampia documentazione fotografica realizzata da Werner Feiersinger, e una serie di documenti storici — fotografie, copie di piantine, prospettive e sezioni — suddivisi per decennio di realizzazione. Una sezione della mostra sarà interamente dedicata al complesso Eurotel di Merano (un modello che ora sarebbe ed è utile a chi si occupa di edilizia popolare e di accoglienza), mentre un documentario realizzato da Daniel Mazza e Giuseppe Tedeschi e uno a cura di Susanne Waiz e Carolina Rigoni focalizzeranno l’attenzione sui progetti dell’architetto, gettando uno sguardo anche sugli aspetti privati della sua vita, per tracciarne un ritratto inedito.
Accanto all’attività svolta in Alto Adige, Ronca ha condotto uno studio a Milano, ed è stato attivo a livello nazionale con prestigiosi progetti, quali ad esempio la sede di un quotidiano locale, la catena di edifici Eurotel, la chiesa di San Pio X a Bolzano e la seconda ristrutturazione e l’ampliamento dello stadio Giuseppe Meazza di Milano San Siro. Periodo intenso ma divertente, perché tutta la eterogenea Milano di allora seguì e commentò i lavori.
Il contributo di Armando Ronca all’architettura altoatesina deve essere considerato all’interno di una traiettoria professionale che rispecchia il percorso progettistico nazionale tra le fasi prebellica, della ricostruzione nel dopoguerra e della ripresa economica. A partire dagli anni Trenta, l’architetto prende parte al disegno di una «Bolzano italiana» e, nel periodo del dopoguerra, sarà tra i pochissimi in grado di portare in Alto Adige le testimonianze del dibattito storico-critico in corso a livello nazionale. Ronca partecipa al disegno del paesaggio razionalista sudtirolese aderendo ai canoni italici, mentre i colleghi locali declinano «un razionalismo domestico di impostazione viennese e socialista», secondo alcuni osservatori.
L’Eurotel di Merano aperto nel 1959 viene spesso considerato l’opera principale di Armando Ronca. L’idea commerciale del Gruppo Eurotel nasce in un periodo di forte crescita economica che, da un lato, incentiva il turismo di massa e, dall’altro stimola il desiderio di prenderne le distanze. La concezione dell’Eurotel prende avvio da questa complessità di esigenze, combinando il principio di ospitalità di un albergo con quello tipico di una casa propria. Un altro elemento a favore del sistema Eurotel è il possibile scambio degli appartamenti tra i proprietari dei diversi siti della catena, per cui risulta fondamentale la standardizzazione delle unità abitative.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo realizzato sotto la direzione scientifica di Jörg Stabenow e foto di Werner Feiersinger e con il contributo di Andreas Kofler, Massimo Martignoni, Giorgio Mezzalira, Magdalene Schmidt, Luigi Scolari e Jörg Stabenow, edito da Park Books. La galleria organizzerà visite guidate.
Merano Arte, una mostra celebra i progetti del professionista