Morte di Adan Trento accoglie la famiglia
È stata trasferita ieri a Trento la famiglia di Adan, il profugo 13enne curdo-iracheno morto in ospedale dopo una rovinosa caduta dalla sedia a rotelle. Il gruppo è stato accolto nella rete Sprar.
BOLZANO Vivranno in un appartamento, i bambini potranno andare a scuola. Saranno seguiti da operatori, assistenti sociali e psicologi. Avranno, finalmente, la possibilità di ricostruirsi una vita vera, e di affrontare il lutto, con il dovuto supporto e la necessaria privacy.
Ieri, infatti, la famiglia di Adan, il profugo 13enne curdoiracheno morto in ospedale dopo una rovinosa caduta dalla sedia a rotelle, è stata trasferita a Trento. Sono stati accolti nella rete Sprar, grazie all’intervento dell’Alto commissariato per i rifugiati e alla disponibilità offerta dal sistema trentino.
Ieri mattina un’operatrice e una rappresentante della Provincia di Trento sono venute a Bolzano a prendere la famiglia, che in questi giorni, dopo alcune notti ospiti presso una famiglia di connazionali, era stata accolta nell’hotel Alpi.
Non è comunque stato facile lasciare la città dove, al momento, si trova ancora la salma di Adan. A seguito della doppia inchiesta avviata dalla Procura di Bolzano, infatti, è stata disposta l’autopsia sul corpo del ragazzino. Poiché, però, uno dei due fascicoli vede come ipotesi di reato l’omicidio colposo in relazione a possibili responsabilità mediche e visto che nello stesso sono stati iscritti dieci medici del San Maurizio, i tempi si stanno ulteriormente dilatando: le difese hanno infatti presentato istanza di incidente probatorio e dunque si dovrà attendere la nomina, da parte di ciascun indagato, di un proprio consulente che potrà prendere parte all’esame autoptico e, naturalmente, la fissazione dell’udienza davanti al gip. Potrebbero dunque volerci delle altre settimane prima che venga dato il nulla osta alla sepoltura, che i genitori, e la mamma in particolar modo, vorrebbero fosse a Bolzano nel cimitero islamico. Va detto, comunque, che anche a Trento vi è un luogo dove è possibile seppellire le persone di fede musulmana e dunque non è escluso che, una volta avuto l’ok dalla Procura per le esequie, il funerale si tenga a Trento.
Intanto i sostituti procuratori Andrea Sacchetti e Igor Secco, titolari delle due indagini, stanno proseguendo a pieno ritmo con gli accertamenti del caso: acquisizione di documenti, ascolto di tutte le persone che sono entrate in contatto con Adan e la sua famiglia nei giorni precedenti alla morte. Se da un lato, infatti, si punta a chiarire se vi siano state responsabilità sotto il profilo medico, dall’altro si sta indagando su una possibile omissione d’atti d’ufficio relativamente alle ripetute richieste di accoglienza e aiuto avanzate dalla famiglia agli enti preposti.