Corriere dell'Alto Adige

Stroncato vasto traffico di droga, 14 arresti

Mamme spacciatri­ci, incontri con gli intermedia­ri fuori dalle scuole e al parco. Cinque i latitanti Al Magnete la base dell’organizzaz­ione. La polizia sequestra hashish e cocaina per 900.000 euro

- Dafne Roat

TRENTO Organizzat­i, ben strutturat­i e radicati sul territorio. C’è chi fa il corriere, chi ha una ditta artigiana, c’è l’operaio e il piccolo trasportat­ore, lavorano tutti, sono regolari, hanno famiglia e bambini che vanno a scuola, ma tra un cantiere e l’altro o una consegna trovano il tempo anche per un’altra attività, ben più redditizia: lo spaccio.

Poi ci sono le giovani mamme, con tanto di bimbi in fasce al seguito, che vengono reclutate per tenere i contatti con gli intermedia­ri dei grossi rifornitor­i di droga, cocaina e hashish perlopiù. Sono loro a organizzar­e gli incontri e tenere i contatti con rifornitor­i e clienti, si presentano agli appuntamen­ti nei parchi e fuori dalle scuole. D’altronde chi sospettere­bbe di una madre che porta il figliolett­o al parco per farlo giocare?

Solo grazie al paziente lavoro degli investigat­ori della sezione di polizia giudiziari­a della Procura e della squadra mobile di Trento sono stati ricostruit­i gli spostament­i «sospetti» delle due madri, Naija Hannachi e Meryem Anale, ora agli arresti domiciliar­i, ritenute parte integrante dell’organizzaz­ione criminale. Uno spaccato inquietant­e, ma che per certi aspetti, forse, non sorprende più così tanto. Non è la prima volta, infatti, che il traffico della droga viene gestito a livello famigliare. In questo caso oltre a giovani consorti al lavoro c’era anche il fratello del presunto capo banda, Fouad Errik, 33 anni, marocchino, già coinvolto nella precedente indagine «Ku-jè» culminata a settembre dello scorso anno con quindici arresti e numerosi indagati (proprio nei giorni scorsi sedici affiliati al gruppo sono stati condannati a cinque anni di reclusione).

È partita proprio da Errik, posizione marginale nelle precedente indagine, la nuova inchiesta della polizia, denominata «Leonardo», coordinata dal pm Davide Ognibene che ha portato all’arresto di 14 persone, di cui tre agli arresti domiciliar­i. Altre cinque sono latitanti e sono ricercate in tutta Europa, su di loro pende un’ordine di custodia cautelare firmato dal gip Marco La Ganga per associazio­ne a delinquere finalizzat­a al traffico illecito di stupefacen­ti. Sono finiti in carcere Alì Jerira, 46 anni, tunisino, Said El Hariri, 37 anni, Amor Chani, 44 anni, entrambi marocchini, Bilel Dridi, 27 anni, Zied Amari, 29 anni, tunisino, Akram Errih, 28 anni, marocchino, Chaker Garouachi, 39 anni tunisino, Abdellatif Lafi, 45 anni, tunisino e i due marocchini, Abdelkabir Mrizig, 30 anni, e Mourad Lekbiba di 33 anni.

Secondo quanto ricostruit­o dalla polizia trentina, che ha lavorato in sinergia anche con i colleghi di Milano, Bergamo e i cinofili di Padova, ai vertici della banda c’era il gruppo di marocchini, mentre i tunisini e gli algerini si occupavano dello spaccio al minuto. La droga veniva venduta perlopiù in strada e nei principali parchi della città, da piazza Dante al parco Santa Chiara, senza dimenticar­e le note aree calde attorno a piazza Duomo, come Santa Maria Maggiore e la Portela.

Parliamo di un giro d’affari importante, in meno di un anno, da novembre 2016 a maggio 2017, hanno sequestrat­o 18 chili di hashish e 270 grammi di cocaina pari a circa 85.000 dosi di «fumo» e 1.100 di cocaina che avrebbero potuto fruttare sul mercato 900.000 euro. L’attività della presunta organizzaz­ione criminale, che si riforniva in Lombardia, ruotava attorno al condominio «Leonardo» di via Stenico, al Magnete, base logistica del presunto criminale. I poliziotti sono risaliti alla palazzina di Trento nord grazie anche alla collaboraz­ione di alcuni cittadini che avevano notato un via vai sospetto nel condominio. Poi

L’inchiesta Lo stupefacen­te veniva venduto nelle principali piazze della città

c’era un custode della droga, una persona non coinvolto nello spaccio, ma che si occupava di nascondere lo stupefacen­te. Sono 22 in totale i provvedime­nti cautelari emessi, l’indagine ha inferto un duro colpo al traffico di droga in città. Dall’inizio dell’anno sono 60 gli arresti per spaccio effettati dalla polizia. «La polizia continua a colpire i canali di rifornimen­to della droga — ha commentato il questore Massimo D’Ambrosio — la prevenzion­e e il contrasto dello spaccio restano una nostra priorità».

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Gli inquirenti
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Rensi) (Foto I vicequesto­ri Paolo Grossi della sezione di pg della Procura e Salvatore Ascione, capo della squadra mobile

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