Corriere dell'Alto Adige

Pax Christi lascia il Centro per la Pace

Il garante etico Rispoli: gestione regolare. Ma il gruppo si smarca: scelta fatta da tempo

- Ilaria Graziosi

«Nessuna violazione». Si chiude così, con il giudizio del Garante del codice etico, la questione sollevata dall’opposizion­e in merito ai contributi erogati dal Comune al Centro Pace, coordinato da Francesco Comina. È di ieri, inoltre, la notizia che, dopo 15 anni, l’associazio­ne Pax Christi ha deciso di lasciare la gestione del Centro. «Una decisione indipenden­te dalla polemica — assicura Comina — maturata già da tempo». Soddisfatt­o il Centrodest­ra. «Ora si cambi».

BOLZANO La notizia è doppia: non solo il Garante del codice etico, Guido Rispoli, ha archiviato il caso dei finanziame­nti al Centro Pace in quanto non vi sarebbe stata «alcuna violazione», ma l’associazio­ne Pax Christi, che da quindici anni gestisce il Centro, ha deciso anche di lasciare con l’inizio del prossimo anno.

La polemica era nata lo scorso maggio in seguito alla visita, poi annullata, dello scrittore Tariq Ramadan: i consiglier­i dell’opposizion­e Gabriele Giovannett­i e Carlo Vettori avevano contestato duramente i contributi erogati dal Comune al Centro per la pace, 113.930 euro per il 2017. Nel mirino dell’opposizion­e, in particolar­e, era finita l’amicizia tra il primo cittadino di Bolzano, Renzo Caramaschi, e il coordinato­re dell’associazio­ne gestita da Pax Christi, Francesco Comina.

«Il codice etico del Comune afferma che quando c’è una votazione che elargisce contributi ad amici, l’amministra­tore deve avere il buongusto di astenersi, ma così non è stato» — aveva spiegato Giovannett­i che, d’accordo con Vettori, aveva dunque richiesto l’intervento all’ex procurator­e di Bolzano, Guido Rispoli, oggi Garante del codice etico.

«I concetti di “amicizia” e di “frequentaz­ione abituale” sono profondame­nte diversi tra loro — spiega Rispoli — l’amicizia è un legame tra persone basato su affinità di sentimenti (...), la frequentaz­ione abituale sottintend­e un rapporto di natura materiale. Non risultando tra il sindaco Caramaschi e Comina un rapporto di frequentaz­ione abituale nell’accezione sopra indicata, come Garante il parere è che non vi fosse un obbligo da parte del sindaco in occasione della delibera in questione».

Da parte sua, l’associazio­ne Pax Christi ha deciso di fare un passo indietro, indipenden­temente dalla questione. «Dopo una lunga e intensa riflession­e interna — annuncia il presidente Daniele Mistura — il direttivo ha deciso di portare a termine, con la fine della convenzion­e triennale 2015-2017, la gestione del Centro per la Pace. Già tre anni fa, in occasione della firma di rinnovo triennale, era emersa una riflession­e profonda all’interno dell’associazio­ne, con l’intento di dare ancora la disponibil­ità solo per un triennio che con la fine di dicembre si avvia a conclusion­e. L’associazio­ne ha maturato tale decisione per recuperare un po’ di autonomia e di libertà anche per quanto riguarda l’aspetto della spirituali­tà della pace, come era negli intenti originari per cui è nato il movimento di Pax Christi. E continuerà, nelle forme e nei modi che si deciderann­o, a portare avanti un percorso di educazione alla pace e ai diritti umani».

«È stata una scelta assolutame­nte serena e indipenden­te dalla questione contributi che, siamo felici, tuttavia, si sia dimostrata più che corretta — commenta il coordinato­re Comina — La decisione di smettere l’attività a dicembre di quest’anno era maturata, con razionalit­à, già da tempo».

Nonostante sia stato sottolinea­to dal direttivo che la decisione presa sia indipenden­te dalle polemiche scoppiate la scorsa primavera, l’opposizion­e è soddisfatt­a. «Siamo riusciti a scardinare un sistema che non funzionava — commenta Giovannett­i — Ora ci auguriamo un cambiament­o nel segno del rinnovamen­to».

Le motivazion­i Il Garante: «C’è differenza tra l’amicizia e una frequentaz­ione definita abituale» La decisione Mistura: «Rivogliamo autonomia e libertà per quanto riguarda anche la spirituali­tà»

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Garante L’ex procurator­e capo di Bolzano, Guido Rispoli: oggi lavora a Campobasso

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