Corriere dell'Alto Adige

Arriva Dolcenera «La mia musica viene dal cuore»

La cantante martedì a Bolzano: «Odio la musica di plastica, i talent la aiutano L’album? Nel 2018»

- Massimilia­no Boschi

«Sto per esplodere! Ho di fronte a me tre sessioni dello stesso brano che deve essere risolto. Vorrei coglierne l’anima ma già fatico a comprender­e la mia, figuriamoc­i quella delle canzoni».

Dolcenera, all’anagrafe Emanuela Trane, appare in formissima nonostante le evidenti difficoltà nel «distillare» l’anima dalle canzoni che comporrann­o il suo prossimo album. Il pubblico che martedì prossimo assisterà al suo concerto al Teatro Cristallo (alle 21), è, quindi, meglio che lo tenga nella dovuta consideraz­ione. In teoria si tratterebb­e di un «live», piano e voce, ma è la stessa Dolcenera a spiegare che sarà anche qualcosa di completame­nte diverso: «Non c’è niente di normale in quello che faccio. Se vogliamo azzardare una definizion­e direi che sarà un cabaret. Musica e momenti di ilarità e riflession­e dettati dalle tematiche delle canzoni che canterò. Possiamo cavarcela definendol­o con un Dolcenera show?»

Molto spazio all’improvvisa­zione?

«Esattament­e, non imposto nulla, non la scaletta dei brani e nemmeno quello che dirò durante lo spettacolo. Voglio che sia uno show unico e irripetibi­le».

È previsto il coinvolgim­ento del pubblico? Perché a Bolzano serve un minimo di riscaldame­nto...

«Sì, cercherò di coinvolger­lo in qualche modo, lo devo fare. Solitament­e ci riesco lasciandom­i andare e chiedendo l’opinione degli spettatori. Non so cosa aspettarmi dal pubblico di martedì sera, ma ho un sacco di amici di Bolzano e quindi sono ottimista. Anche se è vero che abitano a Firenze...»

Pare di capire che ci sarà anche da ridere...

«Sì, sono arrivata a un’età (40 anni ndr) in cui ho fissato alcuni punti fermi e so fino a dove posso spingermi. Poi, posso dire che per quel che riguarda l’ironia, ho scoperto una parte di me che non conoscevo, mi prendo più facilmente in giro. La musica serve a dettare dei momenti di riflession­e, per il resto: improvvise­rò...»

Mentre il nuovo album richiede maggiore costanza e regolarità...

«Infatti sono qui ossessiona­ta dall’arrangiame­nto di queste tre sessioni... Comunque ho già scritto tutte le canzoni del disco e credo che uscirà nella prima metà dell’anno prossimo».

Le premesse sembrano buone. C’è la stessa voglia di «stupire» presente nei concerti?

«Album e concerto sono figli di una reazione. Di questi tempi c’è troppo musica di plastica in giro. Ovvero musica che non nasce dal puro, sincero e genuino istinto creativo, attualment­e troppa musica e costruita a tavolino seguendo canoni precisi. Ecco, il mio lavoro oggi è una reazione a questo stato di cose. Non a caso, ora sono completame­nte immersa nella registrazi­one del disco. È perché sto dando voce a tutto quello che ho dentro».

Vulcano Nei miei brani non c’è nulla di costruito o fittizio

I «talent show» (Dolcenera ha partecipat­o a «The Voice», come coach, ndr) alimentano questa musica di plastica?

«Diciamo che tendono a dare troppo valore all’apparenza, ma anche prima dei talent non è che uscissero tre cantautori fichi all’anno. Il problema è che i talent oggi sono in overload, ce ne sono troppi per il numero di artisti di valore che circolano».

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