Corriere dell'Alto Adige

Convegno del Rosmini «L’Europa è cultura»

- C. C. D.

BOLZANO È partito ieri pomeriggio e si concluderà domani il 56esimo convegno internazio­nale dell’Istituto internazio­nale di studi europei Antonio Rosmini. Il convegno è dedicato quest’anno al tema «Europa: cultura e patrimonio culturale», nella convinzion­e che «investire nel settore culturale non sia un costo per la collettivi­tà ma un investimen­to per il futuro», secondo le parole del sottosegre­tario al Ministero dei beni e delle attività culturali Antimo Cesaro.

La storia dell’istituto risale al 1954, come spiega il presidente Michael Rainer, «con lo scopo di creare a Bolzano un centro di studi filosofico per offrire un compendio delle nostre tradizioni, nella convinzion­e che un’Unione europea possa essere costruita non solo sul commercio e le finanze ma anche sul pensiero». Convinzion­e fatta propria anche dall’Unesco che, spiega Peter Paczolay, giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, «nel 2003 ha approvato la Convenzion­e per la salvaguard­ia del patrimonio culturale immaterial­e, per favorirne la trasmissio­ne fra generazion­i. Dal mio punto di vista è fondamenta­le, soprattutt­o, conservare la memoria fra nazioni, poiché l’identità culturale è costituita da più livelli». Di qui la convinzion­e che l’Europa non sia un impero politico e che vada portata avanti nel rispetto del principio di sussidiari­età. Tematiche che si inseriscon­o nella visione, generalmen­te condivisa, di un’Europa in crisi. «Una crisi solitament­e interpreta­ta come economica — prosegue Giulio Chiodi, dell’università dell’Insubria — sottovalut­ando l’aspetto culturale che ne è a fondamento». Le soluzioni non possono essere cercate né nella celebrazio­ne dell’idea di uno Stato nazionale e nella conseguent­e chiusura all’interno dei propri confini, né nell’idea opposta di espansione e assimilazi­one. «Si guardi alla conformazi­one geografica dell’Europa — prosegue Chiodi — Il nostro è un continente storico e culturale che si alimenta di un particolar­ismo pluralista, ossia di un clima di convivenza fra diversità e di interdipen­denza che si sono rilevate determinan­ti per lo sviluppo culturale».

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