Corriere dell'Alto Adige

Accordo Degasperi-Gruber, raccolta di saggi Kompatsche­r: «Un esempio per la Catalogna»

- Chiara Currò Dossi

BOLZANO Alcuni si spingono a definirlo la «magna charta» dell’autonomia altoatesin­a, altri, più cautamente, l’accordo di diritto internazio­nale che ne ha sancito la validità. Stiamo parlando dell’accordo De Gasperi-Gruber, siglato il 5 settembre 1946 a margine della Conferenza di pace di Parigi e celebrato ora con una raccolta di saggi curata da Eva Pfanzelter, dell’università di Innsbruck.

«Il volume è il risultato di due convegni che si sono tenuti lo scorso anno in Alto Adige — spiega Pfanzelter — e vuole fornire una visione d’insieme, dal punto di vista storico e giuridico, su un accordo inedito nella sua complessit­à». Esprime soddisfazi­one il rettore dell’università di Innsbruck Märk Tillmann, che afferma: «Il volume è espression­e del fatto che la collaboraz­ione tra gli enti di ricerca dell’Euregio è intensa e produttiva, supportata essa stessa da una serie di accordi. Il tutto nella convinzion­e che un’innovazion­e a livello culturale, scientific­o ed economico sia un vantaggio per tutti». Fondamenta­le, dunque, è il confronto e lo scambio fra università e persone, aspetto sul quale le tre regioni stanno già lavorando con un corso di laurea in giurisprud­enza a livello integrato.

«Nonostante i suoi 70 anni — commenta poi il presidente della Provincia Arno Kompatsche­r — l’accordo costituisc­e il fondamento della nostra autonomia ed è tutt’altro che obsoleto. Si tratta di un accordo di diritto internazio­nale di sole due pagine, nelle quali si definiscon­o una serie di vincoli per lo Stato italiano atti a garantire la tutela della popolazion­e di lingua tedesca in Alto Adige e dell’autonomia stessa, dal momento che stabilisce che lo Stato non la può modificare unilateral­mente. Al che si aggiunge una tutela internazio­nale, con la funzione tutrice dell’Austria. Una tematica estremamen­te attuale — prosegue il presidente — Basti pensare ai recenti fatti in Catalogna. Lì l’autonomia non è riconosciu­ta a livello internazio­nale, il che autorizza, come abbiamo visto, a ingerenze da parte dello Stato. Se l’Europa medierà fra le parti, l’Alto Adige, con il suo modello di autonomia dinamica, potrebbe essere un esempio da seguire».

L’accordo ha avuto importanti riflessi anche nella giurisprud­enza della Corte costituzio­nale italiana, come sottolinea il giudice costituzio­nale Daria De Pretis, contando almeno 12 menzioni nelle sentenze emesse fra gli anni ‘60 e ‘90: «L’accordo è stato riconosciu­to come il criterio di interpreta­zione privilegia­to per comprender­e l’ordinament­o speciale del Trentino Alto Adige, ma che non ha rango costituzio­nale. Esso, tuttavia, costituisc­e il parametro di legittimit­à degli atti legislativ­i regionali».

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Presidente Arno Kompatsche­r

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