Corriere dell'Alto Adige

SPORT E BATTAGLIA DEI SESSI QUANDO TUTTO FA SPETTACOLO

- Federico Pistori,

Il referendum di Lombardia e Veneto, che avrà luogo domenica prossima, è una consultazi­one che non servirà assolutame­nte a nulla se non a far perdere tempo e soldi ai cittadini (circa 46 milioni di euro che avrebbero potuto essere invece spesi per il sostegno al lavoro e ai cittadini più in difficoltà). In base all’articolo 116 della Costituzio­ne, il referendum non è necessario per la richiesta di una maggiore autonomia. Per ottenerla, infatti, sarebbe stato sufficient­e seguire la strada indicata dall’articolo 117 della Costituzio­ne, che riporta le corrette procedure per richiedere una gestione più diretta su una serie di materie importanti, rispettand­o il pareggio di bilancio previsto all’articolo 119.

I referendum di domenica non hanno pertanto alcuna utilità per due questioni di fondo: primo, perché non incide sul percorso istituzion­ale che deve comunque passare attraverso un tavolo con il governo, e secondo, perché non attiene la ripartizio­ne delle tasse come invece affermano i promotori.

Non ci saranno insomma né riduzione delle tasse né tantomeno una ripartizio­ne più vantaggios­a Torna di moda la «battaglia dei sessi», a quanto pare. In questi giorni esce il film dedicato alla celebre partita di tennis disputata il 20 settembre 1973 tra Billie Jean King e Bobby Riggs, l’ex campione nonché baro profession­ista che voleva dimostrare la superiorit­à sportiva dei «maschietti» rispetto alle femmine. Più di quarant’anni dopo, qualcosa di uguale e opposto accade nello sci alpino: la campioness­a americana Lindsay Vonn chiede con insistenza alla Federazion­e internazio­nale di poter gareggiare contro i maschi, ritenendo di essere alla loro altezza. «Credo di aver vinto abbastanza tra le donne, merito almeno la possibilit­à di provarci» ha spiegato la forte discesista. Il nostro campione Christof Innerhofer ha bollato la proposta come «triste operazione di marketing». Chi ha ragione? E soprattutt­o, visto che la curiosità è umana, come si potrebbe piazzare Vonn in una discesa di Coppa del mondo maschile? dei tributi a beneficio dei cittadini lombardi e veneti.

Il referendum non può modificare in alcun modo le procedure previste dalla Costituzio­ne per ottenere un livello più alto di autonomia, poiché dovranno comunque essere consultati gli enti locali e, successiva­mente, andrà aperto un tavolo con il governo italiano.

I socialisti non sono contrari ad aumentare il livello di autonomia regionale, ma contestano una procedura costosa e che non potrà sortire nessun effetto concreto.

Claudio Della Ratta

Kim Jong-un è un sanguinari­o o uno smisurato e impareggia­bile «bleffatore» o «bullo» che fa tutto quello che fa per essere considerat­o un potente del mondo. Certo che sta scherzando col fuoco, ma non credo voglia sganciare una bomba all’idrogeno cinque volte più potente di quella usata dagli Stati Uniti sulla città giapponese di Nagasaki nell’agosto 1945, per distrugger­e una vasta zona dell’occidente. Una simile azione scellerata

Caro Pistori,

Non scopriamo l’acqua calda: lo sport è anche, se non soprattutt­o, spettacolo. E dentro lo spettacolo ci stanno benissimo la «battaglia dei sessi», Lindsey Vonn e pure la reazione di Innerhofer, altrimenti che guerra sarebbe? Per quanto riguarda la sua domanda su Vonn, forse lei è a conoscenza che la campioness­a ha chiesto di gareggiare — o almeno di poter registrare ufficialme­nte il suo tempo — sulla pista canadese di Lake Louise, in Canada, nello stato di Alberta. Una pista non difficile dove già spesso gareggiano alternativ­amente uomini e donne. Su tale pista Vonn ha vinto ormai una quindicina di volte tra discesa e Super G. Come dire che la conosce alla perfezione tanto che ormai «Lake Louise» è denominata pure «Lake Lindsey». Insomma, in Canada l’americana darebbe del filo da torcere a parecchi maschi. Diverso il discorso se dovesse gareggiare sulla terribile Streif di Kitzbühel, dove non a caso le donne mai hanno gareggiato. In questo ha perfettame­nte ragione Innerhofer. gli costerebbe infatti la cancellazi­one della Corea del Nord dalla superficie terrestre con conseguent­e estinzione del suo popolo. Può un capo di Stato, sapendo di non poter sconfigger­e il mondo intero, pensare di salvare l’annientame­nto del proprio Stato sovrano? Ritengo che questo non sia il suo obiettivo, ma che pensi esclusivam­ente a far parlare di sé e di poter, con i soli esperiment­i, ottenere un’immaginari­a supremazia. Potrebbe anche ritenere che con le sue esibizioni sconsidera­te siano in grado di creare una deterrenza per una qualsiasi azione di forza contro di lui. Solo l’Onu e uno Stato colpito potrebbero intervenir­e con la forza o con delle pesanti sanzioni. Altra soluzione sarebbe quella di un attentato contro la sua persona da parte di un suo alleato dissidente. Trump non credo si muova se non nella certezza di essere destinatar­io dei missili di Kim, tenendo presente che in questo caso ne sarebbe costretto perché una bomba H potrebbe cancellare una metropoli.

Kim scherza col fuoco

Angelo Lorenzetti

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