Jihadisti «locali» Uno degli imputati arrestato a Londra
Il presunto terrorista condannato nel Regno Unito. Lunedì nuova udienza a Bolzano
Uno dei sei presunti jihadisti a processo per terrorismo è stato arrestato nelle scorse settimane nel Regno Unito. A questo punto, l’udienza prevista in Corte d’Assise per lunedì sarà decisiva per capire se la sua posizione verrà stralciata o se l’uomo verrà trasferito qui in Italia in un istituto di massima sicurezza per poter presenziare alle udienze. Rinviato l’ascolto dei testimoni.
BOLZANO Si aggiunge un nuovo tassello all’interno del processo in Corte d’Assise a carico di sei presunti jihadisti, con in testa il mullah Krekar, tutti dislocati tra Norvegia e Regno Unito. Uno di loro, infatti, è stato recentemente arrestato proprio in Inghilterra ed è stato condannato a sei anni di reclusione, che ha già iniziato a scontare. Questo risvolto, però, avrà delle conseguenze «tecniche» sul processo attualmente in corso. L’uomo avrebbe infatti pieno diritto di presenziare alle udienze e dunque, trovandosi ora detenuto in un altro Paese, si aprono a questo punto due strade, sostanzialmente in base a ciò che decideranno le autorità britanniche: da un lato, l’ipotesi che l’Inghilterra imponga che la pena venga interamente scontata lì, con la conseguenza che l’uomo, terminati i sei anni di carcere, sarà poi oggetto di un nuovo processo in Assise che verrà reimpiantato sempre a Bolzano una volta avvenuta la liberazione. La sua posizione, dunque, in questo momento, verrebbe tecnicamente stralciata.
Dall’altra, vi è la possibilità, previo consenso delle autorità britanniche. che l’uomo possa essere trasferito in Italia in un carcere di massima sicurezza per la durata del processo a suo carico, per poi scontare la pena in Gran Bretagna solo successivamente anche in base all’esito della sentenza.
L’ordinamento britannico, peraltro, non permette che gli imputati possano seguire il processo in videoconferenza e dunque questa ipotesi viene meno. Oltretutto il Trentino Alto Adige è sprovvisto di un carcere di massima sicurezza e dunque si dovrebbe comunque trovare una soluzione idonea. Ad esempio, il gruppo di jihadisti della cosiddetta «cellula meranese», già condannati in primo e secondo grado, sono attualmente detenuti nel carcere di massima sicurezza di Rossano Calabro e da lì sono stati puntualmente trasportati per le udienze del processo a loro carico. Inoltre, la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Carlo Busato, dovrà ora valutare su cosa esattamente verte la condanna, che molto probabilmente riguarderà reati analoghi a quelli contestati dalla Procura di Trento.
Quel che appare certo è che l’udienza fissata per lunedì non vedrà l’ascolto di testimoni, come inizialmente previ- sto. I pubblici ministeri Davide Ognibene e Pasquale Profiti, della Procura di Trento, produrranno infatti tutti i documenti relativi alla situazione dell’arrestato, dai quali si delineerà l’iter successivo.
I sei, lo ricordiamo, sono a processo con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Cinque persone (Krekar, Karim Rahim Twana, Zana Abdul Rahman Rahim, Hamasalih Awat Wahab, Bakr Hamad) sono difese d’ufficio dall’avvocatessa Enrica Franzini, mentre il collega Marco Vernillo rappresenta l’imputato Jalal Kamil Fatah. Tutti e sei vengono ritenuti appartenenti alla cellula terroristica «Rawti Shax», smantellata dai carabinieri del Ros di Trento nel novembre del 2015 con l’arresto di sei persone, quattro delle quali residenti a Merano e che, come detto, stanno attualmente scontando la loro pena a Rossano Calabro. Anche per l’udienza di lunedì si prevede un alto livello di allerta, con in campo carabinieri, polizia e squadre di artificieri a presidiare sia l’interno del palazzo di giustizia che l’esterno. Sarebbe teoricamente prevista un’udienza anche per il 24 ma il suo svolgimento dipenderà dall’epilogo di lunedì.