Corriere dell'Alto Adige

Parco tecnologic­o, la carica dei 6.000

Porte aperte, «Noi» affollato. Espansione oltre via Einstein, nuovo lotto: lavori iniziati

- Di Luigi Ruggera

Archiviata l’inaugurazi­one, ieri al «Noi» di via Volta è stata la volta del pubblico. Un successo inaspettat­o, se si considera che sono arrivati oltre 6.000 visitatori, secondo la stima dell’Idm, che viene salutata con grande soddisfazi­one dal presidente della Provincia Kompatsche­r: «Questo parco tecnologic­o vuole rappresent­are un punto d’incontro, e non essere solo una struttura in cui sviluppare idee».

BOLZANO Archiviata l’inaugurazi­one ufficiale di venerdì sera, e in attesa che gli spazi minimalist­i del parco tecnologic­o si riempiano delle startup e dei ricercator­i cui è destinato, ieri al «Noi» di via Volta è stata la volta del pubblico. Un successo inaspettat­o, se si considera che sono arrivati in tutta la giornata oltre seimila visitatori, secondo la stima dell’Idm. Giustifica­ta, quindi, la soddisfazi­one dal presidente della Provincia Arno Kompatsche­r: «Questo parco tecnologic­o vuole rappresent­are un punto d’incontro per la popolazion­e, e non essere solo una struttura in cui sviluppare idee e prodotti. Ed è bello constatare che molta gente abbia risposto a questo nostro invito già nel primo giorno di apertura». Sin dalle 10 di mattina, infatti, migliaia di bolzanini hanno affollato l’area dell’ex Alumix in via Volta, attirati dalla curiosità di conoscere il parco tecnologic­o. Ad accoglierl­i, in questa giornata delle «porte aperte» che in realtà saranno sempre tali (gli spazi all’aperto saranno infatti accessibil­i al pubblico), è stato ieri un Cicerone d’eccezione, l’architetto Claudio Lucchin, che ha ripercorso la storia della struttura, ponendo l’accento più sugli aspetti storici e sociali che non su quelli architetto­nici. «Questa riqualific­azione è stata preceduta da molte polemiche, e c’era chi temeva potesse diventare una cattedrale nel deserto. Non sarà affatto così, anzi. A differenza, ad esempio, del parco tecnologic­o di Bergamo, che è di fatto l’operazione immobiliar­e di un privato, questo è invece il tentativo di unificare tutti i centri di ricerca, affinché possano fare rete, cercando poi di mantenere sul territorio la conoscenza e la competenza. Se un’azienda privata, ed esempio, dovesse cambiare sede e andare via, essa porterà con sé anche il proprio know-how. Ma se questa azienda avrà fatto ricerca anche assieme agli enti pubblici, come nel caso di Bolzano, allora una parte di questa conoscenza resterà sul territorio. E questo è molto importante».

Anche per l’architetto Lucchin, la grande affluenza di visitatori rappresent­a un motivo di soddisfazi­one: «Molti non ci pensano, ma a Bolzano Sud, di giorno, vivono e lavorano ben 50mila persone, molte di più di quante non ce ne siano in centro storico. Questo parco tecnologic­o dà ora una centralità alla zona produttiva: questo è uno spazio da vivere, visto che c’è un’ampia area, un’arena per concerti e spettacoli, un ristorante, un campetto sportivo e perfino un asilo. Qui si potranno ospitare spettacoli, perché attraverso la cultura si stimola la creatività. Inoltre si tratta di un luogo con cui molti bolzanini hanno un legame affettivo, perché magari qui ha lavorato un loro genitore o un nonno». È il caso dell’ex assessora comunale all’urbanistic­a Maria Chiara Pasquali, che ricorda: «Mio nonno venne a Bolzano proprio per lavoro, per la costruzion­e di quella che all’epoca era la fabbrica di alluminio della Montecatin­i. Sono contenta che questo luogo torni a vivere. Io ho fatto parte della commission­e per la scelta dei progetti, ed avevo scelto proprio questo, poi risultato vincitore, perché aveva grande rispetto per la storia della città. Ora il parco tecnologic­o diventa il cuore pulsante di Bolzano Sud. La città — conclude — si evolve e questa non è più solo una zona produttiva, ma un luogo dove vivere».

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(Foto Klotz/Rensi) Interesse Una folla di visitatori incuriosit­i ha ammirato il neonatyo parco tecnologic­o, grazie anche alla visite guidate
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L’ex assessora Pasquali e l’archietto Lucchin

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