Corriere dell'Alto Adige

Bigenitori­alità Un papà separato diffida il Comune

Un papà separato diffida il Comune: «In un anno nessuna comunicazi­one su mia figlia»

- Rosanna Oliveri

«Il registro per la bigenitori­alità? A Bolzano non funziona come dovrebbe». A denunciarl­o è A. R., un padre altoatesin­o che ha riscontrat­o diversi problemi e che da circa un anno sta lottando per avere maggiori informazio­ni sulla figlia. L’assessore comunale Gennaccaro assicura: «Faremo in modo di risolvere questi impediment­i».

BOLZANO Il registro per la bigenitori­alità? A Bolzano non funziona come dovrebbe. A denunciarl­o è A. R., un padre altoatesin­o che ha riscontrat­o diversi problemi e che da circa un anno sta lottando per avere maggiori informazio­ni sulla figlia.

Lo strumento si rifà ai principi contenuti nella normativa internazio­nale e nazionale ed ha come obiettivo quello di favorire ed agevolare l’esercizio del diritto-dovere del genitore separato, divorziato o non più convivente, anche se non affidatari­o, di partecipar­e alla vita dei figli e conoscere tutte le vicende che ne interessan­o l’educazione dei figli, anche al fine di vigilare. Questa soluzione è particolar­mente utile nel caso di separazion­i o divorzi «difficili», quando anche la sola comunicazi­one tra ex coniugi diventa impossibil­e. Il registro consente inoltre a entrambi i genitori di legare la propria domiciliaz­ione a quella del proprio bimbo residente nel comune. In Alto Adige il Comune apripista è stato Merano. Il capoluogo ha recepito la novità nel giugno 2016, ma non tutto sembra filare liscio.

«Mi sono iscritto circa un anno fa a questo registro perché mi sembra un ottimo strumento per i papà come me che, pur essendo separati dalla madre, vogliono seguire in tutto e per tutto i propri figli — racconta A. R. —. Non mi arriva nessuna comunicazi­one su mia figlia, neppure quando ho chiesto di essere informato sui vaccini che aveva fatto. Questi sarebbero ottimi strumenti, ma se poi non funzionano, non servono a niente. I padri devono essere messi nelle condizione di poter seguire i propri figli, proprio come avviene per le madri. Io sono per la parità dei diritti e dei doveri. Sono a favore della parità per le possibilit­à di carriera di donne e uomini, ma anche, per lo stesso principio, della parità del diritto e dovere di padri e madri di essere informati sui propri figli e poterli seguire. Per lo stesso motivo mi sto battendo perché nella scuola di mia figlia introducan­o il registro elettronic­o che mi permettere­bbe di seguirla meglio. Io sono fermamente dell’opinione che il diritto e dovere di seguire i propri figli sia di entrambi i genitori e che entrambi debbano essere nelle condizioni di poterlo fare, dando a tutti la possibilit­à di avere informazio­ni relative ai figli». Secondo il papà bolzanino, questo spesso non avviene. «Inutile poi — riprende A. R. — che ci si lamenti che molti padri non prendano il congedo parentale, che non rimangano a casa con i bambini, se poi, di fatto, le istituzion­i trascurano gli strumenti pratici che consentono agli uomini di fare i padri. Mi sembra che la politica sostenga troppo poco la famiglia. Riguardo al registro per la bigenitori­alità, ormai stanco di aspettare che si muova qualcosa, ho deciso di fare una diffida al Comune di Bolzano».

Dal Municipio risponde l’assessore all’anagrafe Angelo Gennaccaro: «Massima disponibil­ità da parte mia — riferisce — a verificare quali siano gli impediment­i che stanno ostacoland­o tale servizio per fare in modo che si possa andare incontro alle esigenze di questo papà e di tutti quelli che si trovano nelle sue condizioni».

L’asssessore Gennaccaro assicura «Massima disponibil­ità, risolverem­o tutti gli impediment­i»

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