Corriere dell'Alto Adige

Kettmeir scettico «Una proposta poco sensata»

- I. G.

BOLZANO Franco Kettmeir, dell’associazio­ne Convivia e che nel marzo scorso ha fatto parte del gruppo di lavoro «Scuola, cultura e toponomast­ica» all’interno del Forum dei 100, è scettico sulla proposta del candidato Huber sull’introduzio­ne del dialetto a scuola.

Kettmeir, perché non la convince una proposta del genere?

«Mi pare veramente assurda una cosa simile. Va bene non perdere la lingua parlata in casa, ma quello della scuola non è l’ambito più corretto per farlo». Perché?

«Perchè già, come è noto, si fa molta fatica ad apprendere la seconda lingua, gli italiani imparano con difficoltà il tedesco e, viceversa, i tedeschi imparano con difficoltà l’italiano. Credo che prima bisognereb­be fare uno sforzo per risolvere questa, di criticità, senza gravare ancora di più i nostri studenti. Ovunque il dialetto viene parlato in casa, credo sia giusto si continui su questa strada. Non c’è alcuna necessità di impararlo anche a scuola».

Dunque non vede l’apprendime­nto del dialetto come una priorità?

«Ci sono poche cose che si possono fare nella vita senza sforzo: una di queste è imparare le lingue all’asilo. Quando i bambini cominciano ad avere otto o nove anni, invece, tutto quello che c’è da imparare richiede un certo sforzo: allora primo glielo si chiede per imparare la nostra seconda lingua, tedesco o italiano che sia, in aggiunta si mette sul piatto anche l’inglese, mi sembra che il carico sia già gravoso. Ma quale dialetto, poi, si dovrebbe insegnare qui da noi? Impararlo sarebbe fatica sprecata. Non c’è nulla di prioritari­o».

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