Corriere dell'Alto Adige

Edilizia, gli artigiani premono «Filiera corta sui contributi»

Corrarati (Cna): troppi escamotage delle imprese esterne, la qualità ne risente

- P. P.

BOLZANO «Sui contributi per la costruzion­e e la ristruttur­azione degli edifici occorre una filiera corta che tuteli le piccole e medie imprese locali».

La «presa di posizione-appello alle autorità» arriva dal presidente della Cna regionale, Claudio Corrarati, ed è riferita alle «aziende di fuori provincia, che spostano la sede legale in Alto Adige per beneficiar­e degli sgravi fiscali e proporre sul mercato prezzi e standard bassi».

Una situazione che sembrerebb­e aggravarsi con il passare del tempo: «I contributi pubblici concessi per la realizzazi­one di edifici, sia pubblici sia privati, devono essere correlati alla filiera corta delle attività di edilizia e impiantist­ica — spiega il responsabi­le degli artigiani Cna — in particolar­e, i beneficiar­i dei contributi dovrebbero affidare i lavori di costruzion­e ad aziende che hanno sede legale e operativa in Alto Adige da almeno cinque anni».

L’associazio­ne di categoria ha verificato la presenza in Alto Adige di aziende di fuori provincia che hanno appunto trasferito la sede legale per beneficiar­e degli sgravi fiscali, non presenti in altre province e regioni, e allo stesso tempo ottenere lavori di spessore sul territorio provincial­e, compresa la costruzion­e di edifici soggetti ad agevolazio­ni o contribuzi­oni.

«Queste aziende — argomenta lo stesso Corrarati — entrano sul nostro mercato provincial­e e approfitta­no delle condizioni fiscali vantaggios­e, propongono prezzi più bassi per realizzare le opere e impiegano in subappalto altre aziende di fuori provincia che spesso adottano metodi e sistemi realizzati­vi di qualità inferiore rispetto agli standard delle imprese del territorio altoatesin­o». Secondo Corrarati «in un periodo come quello attuale, in cui il bilancio provincial­e ha poche risorse per investimen­ti, è fondamenta­le che i soldi erogati come contributi e agevolazio­ni per la costruzion­e di edifici tornino alle aziende locali, con appositi vincoli di assegnazio­ne degli appalti, e in fin dei conti ai cittadini che con le tasse alimentano lo stesso bilancio».

In caso contrario, secondo gli artigiani di Confartigi­anato, meglio sarebbe prendere in consideraz­ione l’ipotesi di «abolire le contribuzi­oni per realizzare edifici pubblici e privati anziché fare in modo che chi paga le tasse sul territorio non riceva alcun vantaggio da cantieri realizzati con le agevolazio­ni pubbliche».

L’auspicio «I beneficiar­i dei fondi dovrebbero affidare incarichi a aziende in loco da almeno 5 anni» Il contesto «Occorre vincolare gli appalti: alla fine sono soldi che tornano ai cittadini-contibuent­i»

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