Corriere dell'Alto Adige

Progetto tram Il Comune studia solo una linea

Nuovo incarico a Hüsler. Caramaschi: priorità al contenimen­to dei pendolari

- Francesco Clementi

La giunta Caramaschi continua a puntare sul tram dando priorità alla «linea uno», ovvero il collegamen­to lungo via Druso verso l’Oltradige. Rimandata per il momento la «linea due», il tragitto urbano attraverso i quartieri tra Casanova al centro. Motivo della scelta, le maggiori difficoltà tecniche (tra cui espropri e parcheggi da spostare) legati al secondo progetto.

BOLZANO La giunta Caramaschi continua a puntare sul tram. Ma per evitare di disperdere energie e rimanere con un pugno di mosche in mano, il Comune decide di dare la priorità alla «linea uno», ovvero il collegamen­to lungo via Druso verso l’Oltradige. Rimandata per il momento la «linea due», il tragitto urbano attraverso i quartieri tra Casanova al centro. Motivo della scelta, le maggiori difficoltà tecniche (tra cui espropri e parcheggi da spostare) legati al secondo progetto, mentre «la linea uno potrebbe essere pronta in tre anni» si sbilancia l’assessora alla mobilità Marialaura Lorenzini. Il nodo resta quello dei costi, sia di investimen­to che di gestione: un nuovo incarico sul tema è stato affidato al guru svizzero Willi Hüsler, ulteriori incontri sono in programma a breve con i sindaci dell’Oltradige e l’assessore provincial­e Florian Mussner.

Lo stesso Hüsler è stato protagonis­ta ieri della seduta straordina­ria di giunta comunale in cui si è fatto il punto sull’operazione tramvia. Numeri alla mano, il consulente zurighese ribadisce una volta di più che a Bolzano ci sono i margini per la sostenibil­ità dell’operazione. Il tratto cittadino della «linea uno» (stazione-via Druso-Ponte Adige, con possibile diramazion­e per l’ospedale) ha un bacino d’utenza di circa 30.000 persone, calcolate secondo un raggio di 300 metri dalla fermata più vicina. Ancora più capillare l’attrattivi­tà della «linea due» (Casanova-Don Boscopiazz­a Matteotti- piazza Adriano-piazza Vittoria-corso Libertà-piazza Walther-stazione), che toccherebb­e addirittur­a 50.000 bolzanini da Don Bosco a Gries.

Il progetto prevede tram elettrici (con i fili sopra le vetture) snodati da 40 metri di lunghezza, con capacità massima tra le 184 e le 276 persone. Interessan­te il confronto sui costi di esercizio: l’esempio austriaco di Graz indica una spesa oraria superiore per singolo mezzo (150 euro all’ora contro 60 euro ). Ma la capacità dei due mezzi è assai diversa e sposta la bilancia dalla parte del tram. E così — secondo Hüsler — a parità di costo d’esercizio, la portata oraria del tram in ciascuna direzione risulta più efficiente (1.472 utenti/ora contro 1.260).

Rimane il problema degli investimen­ti «una tantum» per binarti e mezzi. «Al momento — riferisce Caramaschi — la giunta intende dare la priorità al collegamen­to verso l’Oltradige. I motivi sono due: innanzitut­to quello è il collegamen­to che ci consente di incidere sui pendolari, il problema più urgente. Inoltre la linea urbana presenta più problemi a livello infrastrut­turale, e dunque i tempi di realizzazi­one sono più lunghi». Secondo le prime analisi, per «fare largo» al tram nelle vie dei quartieri bisognereb­be sacrificar­e

La riunione L’esperto svizzero ribadisce: «Con 80.000 utenti potenziali il progetto è sostenibil­e»

256 posti auto e procedere a svariati espropri. Invece la sede dei binari per la linea uno è (quasi) pronta: si tratta delle corsie destinate al metrobus.

Lorenzini e il tecnico Ivan Moroder sono fiduciosi. «Quando Hüsler ci porterà lo studio più dettagliat­o — conclude l’assessora — , ci attiveremo con gli altri comuni e la Provincia per discutere la ripartizio­ne dei costi. Se uniamo le forze, ce la facciamo».

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Scenario Un rendering con i tram lungo le corsie metrobus in via Druso
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Guru W. Hüsler

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