Progetto tram Il Comune studia solo una linea
Nuovo incarico a Hüsler. Caramaschi: priorità al contenimento dei pendolari
La giunta Caramaschi continua a puntare sul tram dando priorità alla «linea uno», ovvero il collegamento lungo via Druso verso l’Oltradige. Rimandata per il momento la «linea due», il tragitto urbano attraverso i quartieri tra Casanova al centro. Motivo della scelta, le maggiori difficoltà tecniche (tra cui espropri e parcheggi da spostare) legati al secondo progetto.
BOLZANO La giunta Caramaschi continua a puntare sul tram. Ma per evitare di disperdere energie e rimanere con un pugno di mosche in mano, il Comune decide di dare la priorità alla «linea uno», ovvero il collegamento lungo via Druso verso l’Oltradige. Rimandata per il momento la «linea due», il tragitto urbano attraverso i quartieri tra Casanova al centro. Motivo della scelta, le maggiori difficoltà tecniche (tra cui espropri e parcheggi da spostare) legati al secondo progetto, mentre «la linea uno potrebbe essere pronta in tre anni» si sbilancia l’assessora alla mobilità Marialaura Lorenzini. Il nodo resta quello dei costi, sia di investimento che di gestione: un nuovo incarico sul tema è stato affidato al guru svizzero Willi Hüsler, ulteriori incontri sono in programma a breve con i sindaci dell’Oltradige e l’assessore provinciale Florian Mussner.
Lo stesso Hüsler è stato protagonista ieri della seduta straordinaria di giunta comunale in cui si è fatto il punto sull’operazione tramvia. Numeri alla mano, il consulente zurighese ribadisce una volta di più che a Bolzano ci sono i margini per la sostenibilità dell’operazione. Il tratto cittadino della «linea uno» (stazione-via Druso-Ponte Adige, con possibile diramazione per l’ospedale) ha un bacino d’utenza di circa 30.000 persone, calcolate secondo un raggio di 300 metri dalla fermata più vicina. Ancora più capillare l’attrattività della «linea due» (Casanova-Don Boscopiazza Matteotti- piazza Adriano-piazza Vittoria-corso Libertà-piazza Walther-stazione), che toccherebbe addirittura 50.000 bolzanini da Don Bosco a Gries.
Il progetto prevede tram elettrici (con i fili sopra le vetture) snodati da 40 metri di lunghezza, con capacità massima tra le 184 e le 276 persone. Interessante il confronto sui costi di esercizio: l’esempio austriaco di Graz indica una spesa oraria superiore per singolo mezzo (150 euro all’ora contro 60 euro ). Ma la capacità dei due mezzi è assai diversa e sposta la bilancia dalla parte del tram. E così — secondo Hüsler — a parità di costo d’esercizio, la portata oraria del tram in ciascuna direzione risulta più efficiente (1.472 utenti/ora contro 1.260).
Rimane il problema degli investimenti «una tantum» per binarti e mezzi. «Al momento — riferisce Caramaschi — la giunta intende dare la priorità al collegamento verso l’Oltradige. I motivi sono due: innanzitutto quello è il collegamento che ci consente di incidere sui pendolari, il problema più urgente. Inoltre la linea urbana presenta più problemi a livello infrastrutturale, e dunque i tempi di realizzazione sono più lunghi». Secondo le prime analisi, per «fare largo» al tram nelle vie dei quartieri bisognerebbe sacrificare
La riunione L’esperto svizzero ribadisce: «Con 80.000 utenti potenziali il progetto è sostenibile»
256 posti auto e procedere a svariati espropri. Invece la sede dei binari per la linea uno è (quasi) pronta: si tratta delle corsie destinate al metrobus.
Lorenzini e il tecnico Ivan Moroder sono fiduciosi. «Quando Hüsler ci porterà lo studio più dettagliato — conclude l’assessora — , ci attiveremo con gli altri comuni e la Provincia per discutere la ripartizione dei costi. Se uniamo le forze, ce la facciamo».