Concessione Autobrennero, c’è il via libera
Domani il voto alla Camera. Kompatscher: passaggio fondamentale. Rossi: risultato straordinario
La concessione trentennale alla società pubblica Autobrennero Spa per la gestione dell’A22 potrà diventare realtà entro l’inizio del 2018. Questo grazie all’emendamento a firma Berger, Panizza, Fravezzi, Laniece e Zeller, approvato ieri in commissione Bilancio del Senato.
BOLZANO Finalmente, ormai, è solo questione di tempo: la concessione trentennale alla società pubblica Autobrennero Spa per la gestione dell’A22 potrà diventare realtà entro l’inizio del 2018. Questo grazie all’emendamento numero cinque — «ma si trattava della ventesima stesura» sottolinea il presidente del Gruppo per le Autonomie Karl Zeller — a firma Berger, Panizza, Fravezzi, Laniece e, appunto, Zeller, approvato ieri in commissione Bilancio del Senato e inserito così nel ddl «Conversione in legge del decreto legge 16 ottobre 2017, n. 148, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili», un decreto fiscale che, per capirci, si potrebbe paragonare a una legge omnibus statale.
Il testo approderà oggi nell’aula del Senato che sarà chiamata al voto — sul quale verrà posta la fiducia — entro domani alle 12. Dopo il passaggio alla Camera e, in caso di modifiche, al Senato e alla Camera in seconda lettura, il documento verrà approvato entro Natale e poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale. «Entro le prime settimane del 2018 la palla potrà così passare agli enti locali» spiega il senatore dell’Upt Vittorio Fravezzi. A quel punto toccherà alla liquidazione dei soci privati, sulla quale sembra essere stato finalmente raggiunto un accordo. «Credo che nessuno dei privati intenda mettersi di traverso, monetizzando piuttosto la propria partecipazione nella società» profetizza Zeller. La speranza del senatore Svp Hans Berger riguarda invece il fatto che «la politica non si intrometta nei passaggi tecnici che seguiranno l’approvazione del decreto fiscale. Solo così entro gennaio potremo dare atto alla concessione in-house». Questo per quanto riguarda l’immediato futuro.
Ma la politica può per il momento celebrare un percorso ventennale, iniziato nel 1997 con l’istituzione del Fondo che ha consentito in questi anni l’accantonamento di un tesoretto da quasi 600 milioni di euro. «Va dato atto all’allora presidente Ferdinand Willeit (già deputato Svp, n.d.r.) di aver avuto grande lungimiranza nel decidere di accantonare risorse altrimenti destinate a distribuire dividendi ai soci. Questa scelta ci ha dato oggi quella credibilità affinché lo Stato ci consideri capaci di gestire con oculatezza l’infrastruttura più redditizia della rete viaria italiana, realizzando un unicum non solo a livello italiano ma anche europeo» riassume Zeller. L’emendamento prevede che il tesoretto sia versato allo Stato entro 30 giorni dall’affidamento della concessione a Autobrennero Spa. L’emendamento — che rappresenta la blindatura giuridica del protocollo d’intesa stipulato nel gennaio 2016 con l’allora ministro Graziano Delrio — prevede inoltre che il concessionario versi annualmente 70 milioni allo Stato, a partire dalla data dell’affidamento e «fino a concorrenza del valore di concessione». Le risorse a disposizione andranno da un lato a finanziare il Bbt, dall’altro misure di compensazione per rendere meno impattante la presenza dell’infrastruttura sul territorio. Di «passaggio di fondamentale importanza per la politica autonomista, con la Regione e le due Province che guideranno la governance dell’asse viario e la possibilità di gestire l’autostrada tenendo conto delle esigenze della popolazione, del mondo economico, ma anche dell’ambiente» ha parlato Kompatscher. Dal canto suo il presidente trentino Ugo Rossi ha definito quello di ieri «uno straordinario risultato. Questa concessione ha un notevole valore politico, che abbiamo condiviso fin dall’inizio in quanto ha per oggetto uno strumento di sviluppo strategico per i nostri territori, sia alla luce della loro collocazione che della loro natura».