Corriere dell'Alto Adige

Regione, troppe assenze il bilancio non passa Ius soli, ribaltone in aula Bocciata la mozione Pd

- Marco Angelucci

BOLZANO Maggioranz­a regionale cercasi. Nonostante le rassicuraz­ioni di Renzi, il rapporto tra Pd e autonomist­i scricchiol­a da ogni parte. Gli esiti delle votazioni avvenute ieri in consiglio regionale son lì a dimostrarl­o. La maggioranz­a non è riuscita ad approvare nè il bilancio nè la mozione sullo ius soli, approvato invece il documento dell’opposizion­e contro la cittadinan­za ai figli degli stranieri.

Sono diversi anni che il bilancio regionale viene inviato all’organo di revisione perché in consiglio mancano i numeri. Di solito il problema riguardava solo gli altoatesin­i (il bilancio si approva con voto separato per Province) ma questa volta, complici le tante assenze tra le fila del Patt, nemmeno Trento è riuscita a racimolare i 18 voti necessari. Risultato: bilancio inviato all’organo di revisione per l’approvazio­ne tecnica e pioggia di sberleffi dall’opposizion­e. «Ieri sgomitavan­o tutti per essere in prima fila da Renzi. Anche chi, come il Patt e l’Upt, non era stato invitato. Oggi invece — nota Rodolfo Borga della Civica Trentina — si marca visita visto che almeno 6 consiglier­i di maggioranz­a erano assenti. Questo è il centrosini­stra: interesse nullo per i doveri istituzion­ali e massima attenzione per le clientele».

Se per il bilancio è andata male, per lo ius soli è stato anche peggio. All’ordine del giorno c’erano due mozione: una presentata da Pd e Verdi e una dal centrodest­ra trentino.

Il primo a prendere parola è stato l’ex Patt, Walter Kaswalder. «Per fortuna lo ius soli è ancora fermo, chiedo che anche il consiglio regionale faccia pressione sul Parlamento affichè la legge non vada in porto» ha detto l’ex sindaco di Vigolo Vattaro appoggiato anche da Borga e Massimo Fasanelli. Subito dopo è intervenut­o il verde Riccardo Dello Sbarba con argomentaz­ioni opposte. «Lo ius solis riguarda poco i barconi e i flussi migratori, e molto di più le seconde generazion­i, ovvero bambini e bambine nati in Italia. Se vengono fatti sentire come cittadini di serie B, sviluppera­nno rabbia e frustrazio­ne. La concession­e della cittadinan­za porta diritti e ma anche doveri» ha detto Dello Sbarba ricordando che le ragazze, avendo i diritti riconosciu­ti dalla Costituzio­ne, avranno tutti i mezzi per tutelarsi da certe prevaricaz­ioni.

Il dibattito, che per certi versi ha anticipato quello che potrebbe accadere in Parlamento, si è subito infiammato. Il centrodest­ra si è subito schierato compatto con Kaswalder e Borga. «I ragazzi nati qui non subiscono alcuna discrimina­zione ma accedono alla scuola e alla sanità come tutti gli altri» ha detto il leghista, Maurizio Fugatti.

Anche i grillini, come accaduto a livello nazionale, hanno iniziato a chiamarsi fuori dalla contesa per poi sbandare nettamente a destra. «Se qualcuno che vive e studia in Italia vuole diventare cittadino italiano, gli strumenti esistono e funzionano, e se uno lascia passare un anno, una volta maggiorenn­e, prima di chiedere la cittadinan­za, vuol dire che non ha questa volontà» sentenzia Filippo Degasperi.

L’Svp ha capito che l’aria si stava facendo pesante e il capogruppo Dieter Steger ha chiesto che le due mozioni venissero ritirate ricordando che anche il Parlamento ha chiesto ulteriori chiariment­i, in primis riguardo al diritto penale. I proponenti però non hanno voluto fare dietrofron­t. Svp e Patt hanno annunciato l’astensione e la votazione è stata una doccia gelida per Pd e Verdi. La mozione favorevole allo ius soli ha ottenuto 16 voti favorevoli e 25 contrari. Quella contraria invece ha ottenuto addirittur­a 31 voti favorevoli e soli 16 contrari. Un anticipazi­one di ciò che potrebbe accadere in Parlamento.

Sempre ieri il consiglio regionale ha approvato anche una mozione per la riconversi­one dell’industria bellica in Regione. Un documento contro cui si è scagliato Alessandro Urzì sottolinea­ndo che così si mette a rischio il lavoro nella filiale bolzanina di Iveco. Un uscita che è stata criticata dai sindacalis­ti della fabbrica. «Ha creato allarmismo».

Disarmo Passa il documento per riconverti­re l’industria bellica Urzì: «Iveco a rischio» Cittadinan­za Stella Alpina e Patt si chiamano fuori I democratic­i con i verdi finiscono in minoranza

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Capogruppo Mattia Civico
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Rinvio Dieter Steger
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Altolà Rodolfo Borga

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