Asili, i sondaggi etnici Merano guida la rivolta «La Provincia si fermi»
Passa la mozione. Huber: Bolzano potrebbe copiarla. Bianchi (Laives) cauto
Dopo giorni di polemiche sulla schedatura etnica negli asili, prima presa di posizione formale da parte di un consi- glio comunale: a Merano, l’altra sera, è stata infatti approva- ta una mozione di Casolari (Civica): altolà alla Provincia.
BOLZANO Dopo giorni di polemiche sulla schedatura etnica negli asili, che una mozione dei Freiheitlichen approvata in consiglio provinciale intende introdurre, arriva una prima presa di posizione formale da parte di un consiglio comunale: a Merano, l’altra sera, è stata infatti approvata una mozione del consigliere Andrea Casolari (Civica) con la quale l’aula «esprime il proprio dissenso, prende distanza dalla mozione dei Freiheitlichen e si augura che tale decisione possa venire rivista». Il consiglio comunale, inoltre, «condivide il problema del corretto apprendimento linguistico all’interno delle scuole e auspica che la giunta provinciale possa trovare altre tipologie di misure di sostegno, anche senza la richiesta di una dichiarazione linguistica per minori in età prescolare». Una presa di posizione chiara, con 23 voti a favore su 35, ma sulla quale si è divisa la maggioranza: «sì» alla mozione da parte di verdi e Pd, oltre ad Alleanza per Merano, Lega, M5S, Sinistra e, ovviamente, ai propositori della Civica per Merano. Astenuti invece i consiglieri della Volkspartei, mentre i tre esponenti della destra tedesca (Freiheitlichen, Stf e Bürger Union) hanno votato contro. La giunta si è spaccata, dunque, proprio come era avvenuto in consiglio provinciale, dove la Stella alpina aveva appoggiato la schedatura etnica negli asili, mentre il Pd si era schierato contro la proposta di rilevare la lingua madre dei bambini al momento dell’iscrizione. La mozione approvata a Merano è destinata a rimanere una presa di posizione, senza effetti concreti sulla futura applicazione del «sondaggio etnico» negli asili (al riguardo, va comunque ricordato che la Provincia attende ancora il parere del Garante prima di poter introdurre la discussa novità).
La presa di posizione del secondo Comune altoatesino, comunque, non va di certo sottovalutata, e rappresenta anzi un importante precedente, come spera lo stesso Casolari: «La competenza non è delle municipalità — premette il consigliere della Civica — ma se anche altri consigli comunali dovessero prendere posizione contro la schedatura dei bambini, approvando delle mozioni simili alla nostra — osserva il consigliere della Civica — allora ci sarebbe una forte pressione sulla giunta provinciale, convincendola a cambiare idea. Mi auguro quindi che altri Comuni seguano il nostro esempio».
Un invito, questo, che potrebbe venire raccolto anche nel capoluogo, dove il capogruppo del Pd in consiglio, Alessandro Huber, aveva inserito questo tema nel suo programma elettorale: «Se sarò eletto segretario del Pd dell’Alto Adige combatterò questa vergogna in tutti i modi possibili» aveva dichiarato a caldo. Ora, da neoeletto segretario, Huber afferma di voler mantenere la promessa: «La mozione approvata a Merano rappresenta una bella iniziativa, un passo in avanti. Io sarei personalmente disponibile ad effettuare una simile iniziativa anche a Bolzano, ma prima dovrò discuterne con il partito, con il gruppo consiliare, con il sindaco. Ne parleremo lunedì prossimo nell’assemblea del Pd». In attesa di una decisione del Pd, frenano gli alleati di «Io sto con Bolzano». La consigliera Nicol Mastella, infatti, precisa: «Nel merito del problema ribadisco la mia posizione: sono contrarissima a questa ipotesi di schedatura. Al tempo stesso però non si tratta di una vicenda di competenza comunale e quindi credo che non dovremmo occuparcene in consiglio».
Dello stesso avviso anche il sindaco di Laives, Christian Bianchi, alleato della Svp: «Non so dire se ne parleremo in consiglio, e in ogni caso non spetta al sindaco proporre delle mozioni. Sono però contrario alla mozione dei Freiheitlichen: il tema posto esiste e va affrontato, ma in maniera seria e non strumentalizzandola per fini elettorali come fatto finora».
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