C’è Colombo «La legalità batte le paure»
Martedì l’ex magistrato ospite a Bolzano: si parla troppo di pene e poco di diritti
Gherardo Colombo (nella foto) arriverà martedì a Bolzano per la rassegna «Un Natale di libri». Al liceo Pascoli, in un incontro moderato dal direttore del Corriere dell’Alto Adige Enrico Franco, parlerà di diritti e legalità.
BOLZANO Gherardo Colombo è stato uno dei protagonisti del pool di «Mani Pulite», ma dieci anni fa ha lasciato la magistratura per impegnarsi nell’educazione alla legalità, pubblicando libri ma, soprattutto incontrando studenti nelle scuole. Non è un caso, quindi, che degli oltre venti incontri organizzati per la rassegna «Un Natale di libri» quello con Gherardo Colombo sia l’unico organizzato in una scuola.
Si terrà martedì al Liceo Pascoli (alle 11) e sarà moderato da Enrico Franco, direttore del Corriere dell’Alto Adige, oltre che delle analoghe edizioni di Trento e Bologna.
Una passione per le aule scolastiche che non impedisce all’ex magistrato di scorgerne i problemi.
Per esempio, gli capita spesso di sottolineare come alcuni insegnanti dichiarino esplicitamente di considerare i propri studenti dei “nemici”.
«Lo faccio — precisa — perché è evidente che con questo approccio il sistema educativo non può funzionare».
Colombo, martedì parlerà agli studenti di legalità, rispetto delle regole e Costituzione. Come li spinge ad interessarsi di questi argomenti. Riesce a superare le barriere che sembrano insormontabili a certi insegnanti?
«Riesco quasi sempre a superarle perché non penso di portarli o trascinarli verso certi argomenti, li accompagno, vado insieme a loro, dialogo con loro e proviamo a selezionare gli argomenti che possano stimolare la loro curiosità».
La trasmissione del senso della legalità è uno dei punti cardini dei suoi incontri. Lei lo ha definito: «Il senso secondo il quale i comportamenti si tengono non semplicemente perché esiste una legge che li impone o li vieta». Non sembra un obiettivo semplice...
«Per riuscirci occorre riempire di senso la parola legalità. Altrimenti rischia di apparire vuota o neutra. Il rispetto della legge non è sufficiente perché dipende da cosa contengono le leggi. Esistono le leggi costituzionali ma anche quelle razziali. La Costituzione italiana rimuove le cause della discriminazione (vedi articolo 3) e per questo la considero uno strumento importante per trasmettere il senso della legalità. Le leggi razziali sono, invece, ovviamente discriminatorie».
A proposito di discriminazione, da questo punto di vista è difficile essere ottimisti. Le persone vengono sempre più giudicate per quello che sono, per i luoghi da dove provengono, invece che per quello che fanno. Come si può invertire la rotta?
«Attraverso una informazione corretta. Credo che da questo punto di vista ci abbia messo del suo anche la comunicazione, i media hanno contribuito a diffondere la paura del diverso che si propaga facilmente in una società che ci mette sempre più spesso a confronto con chi parla una lingua differente o ha abitudini diverse dalle nostre».
Fino a qualche anno fa il crimine si combatteva anche attraverso investimenti nel sociale, oggi la «punizione» appare come la soluzione di ogni problema...
«È vero, anche la sinistra, che era più sensibile a certi approcci, mostra disattenzione nei confronti delle garanzie delle persone. Si fa poca attenzione ai diritti. Meglio se ne ha molta per i propri e pochissima per quelli degli altri».