Corriere dell'Alto Adige

UN’IMITAZIONE PERICOLOSA

- Di Toni Visentini

Stando alle parole di Klotz, Freiheitli­chen, Schützen e di tutta la destra patriottic­a, il doppio passaporto altro non è che un passo in avanti verso la Selbstbest­immung (l’autodeterm­inazione). In passato lo hanno detto a chiare lettere rivendican­done il significat­o assolutame­nte in linea con la loro politica. Per questo, in un recente dibattito su Rai Südtirol, il segretario Svp, Philipp Achammer, ha rimprovera­to Sven Knoll attribuend­ogli scarsa abilità politica perché presentare in quel modo il doppio passaporto vuol dire solo affossarlo.

Insomma, alla Svp più che le parole premono i risultati. Così adesso — seguendo la linea tracciata sia dalla Stella alpina, sia da Vienna dove Strache da ieri è formalment­e al governo con Kurz — il doppio passaporto non è solo un atto di amore verso la madre patria, ma addirittur­a un’iniziativa in puro spirito europeisti­co. Ciò vorrebbe dire che sarebbe quasi un esempio da imitare.

Vengono però i brividi a pensare cosa succedereb­be in mezza Europa se l’esempio austriaco venisse seguito con altre minoranze nazionali. A Bruxelles tale scenario è ben delineato; così come ne sono a conoscenza in tutte le capitali europee — Vienna, Roma e Bolzano comprese — con le allarmate reazioni che si sono già fatte sentire. Ma lo sanno pure alla Svp dove però si è troppo abituati a chiedere e ottenere, a spremere e rispremere ogni possibile limone, per ammettere di avere alzato troppo il tiro imboccando stavolta una strada sbagliata che porterà solo a sbattere con conseguent­i danni, i cui riflessi si faranno sentire chiarament­e.

Eppure in Austria tutti — anche gli amici più fedeli come Volksparte­i e Andreas Khol — avevano detto e ribadito più volte alla Svp che la strada del doppio passaporto è pericolosa e impercorri­bile. Più ancora che quello di Kurz, pertanto, si è dovuto aspettare l’arrivo al governo di Strache per ripartire con il doppio passaporto. Sì, proprio l’amico di Le Pen e Salvini, pro Catalogna indipenden­te e che festeggiav­a la Brexit, tanto che sino a due mesi fa chiedeva di fare uscire l’Austria dall’Unione europea. Ora pure lui si è scoperto europeista: come il doppio passaporto.

Nel frattempo Werner Neubauer, responsabi­le del partito di Strache per la questiona altoatesin­a, è giunto ieri a Bolzano per annunciare trionfalme­nte la doppia cittadinan­za magari già nel 2018, a cent’anni dalla fine della Grande guerra e del «confine ingiusto».

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