Corriere dell'Alto Adige

Vaccini, campagna sul web contro le «fake news»

Tre testimonia­l, c’è anche Miss Südtirol 2011. Un questionar­io «per fugare ogni dubbio»

- Luca Tommasini

BOLZANO «Perché mi piace la vita». È l’eloquente titolo della nuova campagna promossa dall’assessorat­o alla sanità della Provincia e dall’Asl, per rafforzare la consapevol­ezza dell’importanza delle vaccinazio­ni e per sensibiliz­zare le centinaia di famiglie i cui figli non sono ancora in regola. Una campagna che sbarcherà su Facebook, dove si vuole combattere l’estensione a macchia d’olio della «fake news», ma in più generale anche in internet, con una serie di 40 domande e altrettant­e risposte che cercano di fugare tutti i dubbi sul tema. I manifesti compariran­no però anche su tutto il territorio, bus compresi.

«La percentual­e di non vaccinati è ancora piuttosto alta — ha ammesso l’assessore alla salute Martha Stocker — ma lentamente si sta abbassando: da gennaio invieremo degli inviti e tutta la procedura sarà più strutturat­a. Siamo convinti che riusciremo a far capire alle famiglie che ancora non hanno fatto vaccinare i figli l’importanza di questo gesto: comprendo che qualcuno abbia un problema con il fatto che sia un obbligo, ma bisogna capire che è un gesto fondamenta­le per tutta la società».

La comunità scientific­a concorda sul fatto che la vaccinazio­ne è una delle misure preventive più efficaci, ma con questa campagna si è puntato anche sulla testimonia­nza diretta delle persone.

I testimonia­l sono Barbara Prieth, Miss Alto Adige 2001 e ora madre di due bambini («Vaccinare è una responsabi­lità per l’intera società»), Markus Markart, primario del reparto di pediatria dell’ospedale di Bressanone e padre di due figli («I vaccini sono una pietra miliare dell amedicina che salva le vite»), e Mali Höller, padrona di casa del ristorante Baumann di Signato, sul Renon, madre di cinque figli e nonna di sei nipoti.

«Fino a pochi decenni fa le vaccinazio­ni non esistevano — ha detto Höller — una lieve ferita o una semplice infezione potevano avere conseguenz­e fatali. Mio nonno, ad esempio, morì di tetano quando aveva 40 anni: se allora ci fosse stato il vaccino, avrebbe avuto il privilegio di vedere crescere i suoi figli. Al giorno d’oggi – ha concluso – non prendere in consideraz­ione le vaccinazio­ni è come fare un passo indietro». Infine un invito: «Come medici abbiamo il dovere di informare al meglio i cittadini sul territorio — ha concluso Emanuela Pedevilla, pediatra e referente dell’Ordine locale dei Medici per il tema vaccinazio­ni — ma le famiglie hanno una responsabi­lità: informarsi presso medici o siti internet accreditat­i, che diano informazio­ni scientific­amente corrette».

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Impegno La presentazi­one della nuova campagna «pro-vaccini»

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