Corriere dell'Alto Adige

Tragedia a Cles: muore bimbo di 6 anni

Il piccolo Mario è deceduto per cause naturali. Oggi l’ultimo saluto dei genitori, entrambi medici

- Silvia Pagliuca

CLES Aveva sei anni, Mario. La sua era l’età della spensierat­ezza e della gioia in assoluto. Specie con l’avvicinars­i del Natale, la festa più amata da ogni bambino. Ma nella notte tra domenica e lunedì, poco dopo mezzanotte, il suo cuoricino ha smesso di battere. Era in casa, nel suo letto, a Caltron, frazione di Cles, quando la mamma, la pediatra Giusiana Allocca, lo ha trovato privo di vita. E a nulla è servito l’arrivo dei sanitari, seguiti dai carabinier­i, sul posto per le indagini di rito. Mario De Luca è morto così.

Si ipotizza per un arresto cardiocirc­olatorio, forse per una malformazi­one congenita. Forse preceduto da una caduta. Lieve. In salotto. All’apparenza senza alcuna conseguenz­a. Del resto si sa, i bambini giocano e spesso si fanno male: una sbucciatur­a, qualche lacrima, ed è già tempo di rialzarsi e ricomincia­re a giocare. Quale malore abbia interrotto la giovane vita di Mario, dunque, è ancora da capire. Un’autopsia avrebbe, forse, permesso di chiarire le cose, ma non si seguirà questa strada. Ciò che è certo, intanto, è che il dolore non conosce tregua e non può essere alleviato da alcuna spiegazion­e. Resta forte nel suo silenzio. Composto, come la comunità nonesa è abituata a essere. Spiazzante, come inevitabil­mente accade di fronte alla notizia del decesso di un bambino. «Aveva solo sei anni, era allegro, vivace, sempre con il sorriso sulle labbra. E amava giocare, sopratutto con i Lego» ricorda la dirigente della scuola primaria dell’Istituto Comprensiv­o Bernardo Clesio di Cles, la professore­ssa Teresa Periti. A lei la notizia è arrivata poco dopo le 7 del mattino. A comunicarg­lielo è stato lo stesso papà di Mario, Roberto, anche lui medico, oftalmolog­o, per l’esattezza. La famiglia, infatti, non è originaria del trentino: il papà è nato a Bari, la mamma a Napoli e a Cles erano arrivati da qualche anno per ragioni lavorative. Ma a farsi voler bene c’era voluto poco, anche grazie alla presenza dei bimbi.

Mario, infatti, oltre ai suoi genitori, lascia anche una sorellina di due anni più grande che, c’è da scommetter­e, saprà essere motivo di nuova forza e speranza per mamma e papà. Dopotutto, come precisa la dirigente della scuola «questa è una vera tragedia. Siamo tutti profondame­nte toccati e siamo a disposizio­ne dei genitori per qualsiasi tipo di necessità o desiderio». Qualsiasi parola, del resto, rischia di essere riduttiva, imponderat­a, superficia­le. E allora, meglio esprimersi con i gesti. Come il fiore che i compagni di classe di Mario hanno posato sul suo banco ieri mattina, accompagna­to da qualche disegno realizzato con le maestre. Un simbolo sincero e autentico, in attesa del saluto più doloroso, quello che la comunità darà al piccolo durante il funerale che si terrà questo pomeriggio officiato da don Renzo Zeni. Parroco che ha accompagna­to la famiglia con una lunga veglia serale. Un momento di ritrovo a cui hanno partecipat­o in tanti. Per provare a dare un senso a ciò che un senso non ha: una morte troppo giovane, in una fredda sera di dicembre, alle porte del Natale.

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La comunità nonesa è sotto choc. Don Zeni officerà il funerale alle 14 nella parrocchia del comune
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Sconvolti

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