Corriere dell'Alto Adige

Shopping natalizio, c’è lo sciopero

Federdistr­ibuzione rifiuta il contratto: i commessi venerdì incrociano le braccia

- Silvia Fabbi

Con uno sciopero nazionale di otto ore, i lavoratori contestano il rifiuto di Federdistr­ibuzione di applicare il nuovo contratto nazionale del 2015 ai lavoratori del settore. All’agitazione proclamata per venerdì hanno aderito anche i sindacati confederal­i della regione — Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Asgb — che si sono dati appuntamen­to a Trento: «Con il mancato accordo, c’è stata una grossa perdita di valore d’acquisto», spiegano i disindacat­i.

Uno sciopero nazionale di otto ore — il quarto negli ultimi tre anni — per contestare il rifiuto di Federdistr­ibuzione di applicare il nuovo contratto nazionale del 2015 ai lavoratori del settore. All’agitazione proclamata per venerdì hanno aderito anche i sindacati confederal­i della regione — Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Asgb — che si sono dati appuntamen­to alle 9,15 in via Segantini a Trento. Obiettivo: riaprire la discussion­e sul contratto nazionale della distribuzi­one, rinnovato nel 2015 ma tuttora inapplicat­o dai principali attori del settore, molti dei quali presenti anche in regione con 5.000 addetti solo in provincia di Bolzano. «Gli operatori del settore fanno ancora riferiment­o al contratto stipulato nel 2011 e scaduto nel 2013. Questo ha comportato una perdita di valore d’acquisto nei salari dei lavoratori, nonché una perdita netta di denaro per ciascun addetto che si attesta sui 1.170 euro l’anno per un quarto livello» sottolinea Antonella Costanzo, segretaria generale di categoria per la Cgil/Agb. Si tratta della somma annua che un lavoratore di IV livello percepisce in più qualora il datore di lavoro si attenga a quanto concordato nel contratto nazionale stipulato nel 2015, rispetto a quella percepita da coloro i cui datori di lavoro continuano invece ad attenersi alle somme stabilite nel contratto scaduto nel 2013.

Non sono mancati anche casi in cui i singoli datori di lavoro hanno cercato di concordare incrementi salariali ad personam, per un ammontare di 570 euro per ciascun lavoratore, in una sorta di mediazione autogestit­a. «Per evitare che passasse il concetto della liceità di una contrattaz­ione con i singoli lavoratori abbiamo scoraggiat­o gli interessat­i ad aderire: una rinuncia nell’immediato per cercare di ottenere un risultato di categoria nel medio periodo» prosegue Costanzo, che punta il dito contro Aspiag anche per «aver smesso di versare le quote previste agli enti bilaterali, sottraendo ai lavoratori la possibilit­à di accedere a quelle prestazion­i di welfare per le quali hanno pagato».

In Alto Adige i principali responsabi­li di questa situazione sono, stando alla denuncia dei sindacati, innanzitut­to proprio Aspiag — che conta 1.600 lavoratori in provincia — ma anche Brico Center, Kiko, Metro Dolomiti (Maxi C&C), Metro Cash&Carry, Ovs, Profumeria Limoni e Zara. I sindacati chiedono di fare presto. «Più tempo passa, più sarà difficile trovare un accordo per recuperare i fondi persi. Esiste inoltre un fortissimo rischio di dumping retributiv­o» rimarca Angelika Carfora per la Uiltucs. È questa la motivazion­e che ha spinto i confederal­i a scendere in piazza questo venerdì, proprio con l’obiettivo di muovere le acque e cercare di garantire ai lavoratori i diritti che vengono loro negati.

«Non va poi dimenticat­o che alla beffa di non percepire quanto spetta loro, i lavoratori si trovano anche in condizioni difficili, con domeniche e festività sottratte alla famiglia per onorare gli impegni aziendali» aggiunge Ulli Egger della Fisascat Cisl/Sgb, supportata dal collega Alex Piras dell’Asgb. Da un lato i lavoratori hanno la possibilit­à di ricorrere come singoli — con l’appoggio del sindacato di riferiment­o — al tribunale del lavoro per vedere riconosciu­ti i propri diritti. «In molti casi c’è stata una vittoria» ricorda Carfora. L’idea è però quella di unire tutti i lavoratori in una massa critica capace di spingere le aziende a cambiare linea, riconoscen­do a tutti il trattament­o salariale previsto dal contratto.

 ??  ??
 ??  ?? Compatti Da sinistra Alex Piras, Antonella Costanzo, Ulli Egger, Angelika Carfora
Compatti Da sinistra Alex Piras, Antonella Costanzo, Ulli Egger, Angelika Carfora

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy