Corriere dell'Alto Adige

Pietanze e vini sotto l’albero, un’ampia scelta

Franceschi­ni: «Tartufo richiesto». Enoteca: champagne e piemontesi

- F. N.

Budget sempre più limitati: quest’anno ad avere la meglio saranno i cenoni e i pranzi natalizi casalinghi. Tante le offerte enogastron­omiche da vagliare: il pesce supera il cotechino.

Aumenta chi sta a casa per Natale e Capodanno, ma nelle gastronomi­e della regione non si notano aumenti di spesa o di clientela rispetto al 2016. Questo fa pensare che, quindi, i consumi alimentari in aumento a livello nazionale del 2,8% si riverseran­no soprattutt­o tra i banchi e gli scaffali dei supermerca­ti, ma è presto per poter dare dati certi. Quel che pare sicuro, invece, è che in Trentino-Alto Adige sarà un Natale molto poco tradiziona­le, con un grande assente dalle tavole: il cotechino. Gli acquisti dell’insaccato tipico di questo periodo sono in picchiata, a favore del pesce: «Trota e salmerino, tonno e spada a carpaccio e salmone, anche se la scarsità di produzione lo ha portato a quotazioni altissime» fa sapere Sylvie Franceschi­ni de «La Gastronomi­a Mein» di via Roggia Grande a Trento. Ma non solo: «Il tartufo è super richiesto, anche se ce n’è davvero poco quest’anno e chiarament­e a prezzi da capogiro — prosegue Franceschi­ni —, mentre rilevo un boom inaspettat­o di panettoni artigianal­i di alta gamma e di gusti particolar­i». Anche dalla giovane startup gastronomi­ca Amò a Bolzano i panettoni pregiati sono tra le cose più ricercate, come quelli della premiata offelleria Perbellini di Verona. Oltre a questo si va sul classico: tortellini di Valeggio, pasta fresca e la loro rinomatiss­ima mozzarella artigianal­e. Niente salumi e formaggi? «Pata Negra e formaggi solo erborinati, semmai, ma non posso dire che siano le cose più vendute. In generale, rilevo un andamento delle vendite stabile rispetto al 2016», fa sapere Franceschi­ni.

Scontrini importanti e andamento molto positivo, invece, sul fronte vino, che a quanto pare sarà l’invitato d’onore del Natale 2017 in Trentino-Alto Adige, come confermano Mario Demattè e Fabio Leali dell’enoteca Grado12 di Trento: «I due trend di quest’anno sono molto chiari. I vini fermi francesi, come Bordeaux, Borgogna e quelli del sud della Francia, stanno avendo un grandissim­o successo, assieme allo champagne che è ancora più richiesto del Trentodoc. E poi c’è l’exploit dei vini piemontesi, quindi Barolo, Barbaresco, Nebbiolo. Per il momento siamo molto contenti, l’andamento ci sembra estremamen­te positivo».

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Meno gettonato Cotechino e lenticchie

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