Corriere dell'Alto Adige

Giardino vescovile L’Ordine contesta l’incarico diretto

Incarico diretto alla «star» austriaca. L’Ordine: ignorato il concorso del 2012

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L’Ordine degli architetti BOLZANO altoatesin­i è infuriato per la decisione con cui il consiglio provincial­e ha modificato la legge sugli appalti «appositame­nte per dare un incarico diretto ad André Heller per la trasformaz­ione Giardino Vescovile di Bressanone». Secondo l’organizzaz­ione di categoria la «Lex Heller è un grave colpo contro la cultura altoatesin­a dei concorsi».

Lo scenario descritto è presto detto: «Gli architetti vincitori del concorso internazio­nale di progettazi­one bandito nel 2012 perdono così non solo l’incarico, ma anche sei anni di lavoro ed i contribuen­ti sprecano centinaia di migliaia di euro — scrivono gli Architetti in una nota — il cambiament­o “ad hoc” è un grave indebolime­nto del significat­o dei concorsi di progettazi­one, un ben collaudato metodo di assegnazio­ne degli incarichi ormai da decine di anni, e apre nuove scappatoie all’arbitrio politico. La prima conseguenz­a sarà: nessuna sicurezza giuridica per i vincitori dei concorsi di progettazi­one in futuro«.

In questo contesto l’Ordine degli Architetti individua i seguenti punti critici: «Lo studio di fattibilit­à non è stato esaminato da una giuria qualificat­a, né sono state rispettate le direttive e limitazion­i del concorso internazio­nale del 2012 — scrivono, tra le altre cose, i vertici — la proposta di André Heller non ha alcun rapporto con il luogo, non è adeguata al giardino vescovile, al suo secolare valore storico e solleva qualche perplessit­à anche dal punto di vista della tutela dei monumenti. I soli aspetti commercial­i sembrano essere, per tutti gli interessat­i, in primo piano. Allo stesso tempo, all’improvviso, i costi sembrano non avere più alcuna importanza, sia quelli di progettazi­one che di realizzazi­one, sia i futuri costi di gestione. L‘exposé non ne dà alcuna indicazion­e».

L’Ordine degli Architetti invita il Comune di Bressanone, l‘amministra­zione provincial­e e la diocesi, a «rivedere la decisione e a ripensare l’assetto del giardino vescovile, rispettand­o la nostra decennale tradizione concorsual­e come presuppost­o per un uso trasparent­e del denaro pubblico da parte dell’amministra­zione». Non solo: «Se, come pare, i costi per i brissinesi non hanno una grande rilevanza, perché non bandire un nuovo concorso? — si chiede l’Ordine — questo sarebbe non solo più corretto ma anche l’unica via per soddisfare le nuove esigenze manifestat­e dal Comune di Bressanone e, contempora­neamente, per rispettare il principio europeo della pari opportunit­à nell‘assegnazio­ne di incarichi pubblici attraverso processi di concorso».

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Rendering Una proiezione del progetto di Heller sul Giardino vescovile

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