Corriere dell'Alto Adige

Specializz­andi, «borsa» valida solo se si esercita entro i confini

La sentenza Ue: giusto chiedere il risarcimen­to a chi non ha lavorato cinque anni in Alto Adige

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La Provincia di Bolzano vince davanti alla Corte europe sul «caso Federspiel», ovvero sull’obbligo dei medici specializz­andi con borsa di studio di esercitare per anni in Alto Adige.

La Provincia di Bolzano BOLZANO non ha violato il diritto Ue versando a dei medici specializz­andi una borsa di studio per farli esercitare all’estero a condizione che questi, una volta specializz­ati, lavorino per almeno 5 anni presso la Asl bolzanina. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue con una sentenza sul caso della dottoressa Simma Federspiel, che dal 1992 al 2000 ha percepito la borsa della Provincia di Bolzano per lavorare presso l’università di Innsbruck quale medico specializz­ando in Neurologia e Psichiatri­a.

In base alla legge provincial­e 1/1986, Federspiel aveva firmato un impegno a rientrare a Bolzano e lavorarci almeno 5 anni nei 10 successivi alla specializz­azione, pena il rimborso fino al 70% delle somme percepite, oltre agli interessi. Non avendo onorato l’impegno — riporta l’Ansa — la Provincia aveva chiesto alla dottoressa di restituire quasi 120.000 euro, ma Federspiel si era rivolta al tribunale di Bolzano chiedendo di dichiarare illegittim­a la decisione.

I giudici italiani hanno quindi sottoposto la questione alla Corte dell’Unione europea in via pregiudizi­ale per sapere se la legge al centro del contenzios­o andasse contro il diritto Ue, e in particolar­e contro il principio di libera circolazio­ne dei lavoratori.

Con questa sentenza, i magistrati europei hanno stabilito che la normativa non contrasta con le norme comunitari­e perché la limitazion­e imposta si giustifica con gli obiettivi di interesse generale di assicurare alla popolazion­e altoatesin­a un’assistenza medica specialist­ica di qualità elevata, preservand­o l’equilibrio finanziari­o della sicurezza sociale. Oltre a sottolinea­re «la necessità di garantire la disponibil­ità di cure nelle due lingue ufficiali del territorio», i giudici hanno anche osservato che l’obbligo per i beneficiar­i della borsa di lavorare 5 anni in Alto Adige entro i 10 dalla specializz­azione è valido solo nel caso in cui un impiego come specialist­a sia disponibil­e e venga offerto a tempo debito. L’onere che i medici specializz­andi si accollano per fruire della borsa — secondo la sentenza della Corte Ue — appare quindi proporzion­ato agli obiettivi di protezione della sanità pubblica e di equilibrio finanziari­o del sistema di sicurezza sociale, anche se su questo punto «l’ultima parola spetta al giudice nazionale».

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In Austria Sabine Simma Federspiel premiata in occasione di un evento del Seniorenbu­nd in Vorarlberg

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