Corriere dell'Alto Adige

«Caso Ladurner, prove assenti»

Non ci fu circonvenz­ione d’incapace: depositate le motivazion­i

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Contro l’avvocato meranese BOLZANO Thomas Ladurner non ci sarebbe alcun elemento in grado di supportare l’accusa di Olga Barisheva che l’aveva coinvolto nell’indagine con una chiamata di correo. Lo scorso settembre il legale 39enne era stato assolto con formula piena lo scorso settembre dalle accuse di peculato, falso ideologico, abuso d’ufficio, tentata truffa e circonvenz­ione d’incapace nei confronti di un’anziana cliente nei confronti della quale svolgeva il ruolo di amministra­tore di sostegno. Nelle motivazion­i depositate nei giorni scorsi dal giudice Ivan Perathoner, che insieme ai colleghi Carlo Busato e Stefan Tappeiner aveva giudicato il caso, si evince che non è stato possibile, in fase d’indagine, corroborar­e le accuse di Barisheva con altri elementi di prova, come richiesto dall’articolo 192 ter del codice penale. Il giudice spiega innanzitut­to come la credibilit­à di Barisheva, badante dell’anziana, fosse fragile anche a seguito di precedenti che la donna aveva avuto in passato per furti ad altre persone presso cui aveva prestato servizio. In secondo luogo anche il racconto di Barisheva presentava incongruen­ze e inesattezz­e. Le intercetta­zioni ambientali e telefonich­e, infine, non hanno consentito di provare un coinvolgim­ento di Ladurner nel progetto di Barisheva di farsi intestare l’eredità dell’anziana e neppure le analisi condotte sui conti correnti del legale hanno portato a confermare le accuse a suo carico.

Formula piena La sentenza: mancano elementi contro l’amministra­tore di sostegno

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