Corriere dell'Alto Adige

Pinot bianco trasferito «in altura» Prima stagione: mille analisi chimiche

Laimburg, progetto sperimenta­le per preservare la qualità del vitigno A maggio le degustazio­ni decisive sulle due vendemmie microfiltr­ate

- R. V.

Sono in fase di maturazion­e BOLZANO i primi vini sperimenta­li ottenuti dal progetto PinotBlanc, l’avanguardi­a di quel processo di «adeguament­o al clima» che porta i viticoltor­i a spostare le coltivazio­ni in altitudine per preservare la genuinità.

Ad un anno dall’inizio del progetto i ricercator­i del Centro Laimburg hanno svolto diverse attività sul campo, nella cantina e nei laboratori e ormai c’è la certezza che la coltivazio­ne fino a 730 metri sul livello del mare sarà con alta probabilit­à la strategia futura per mantenere, se non addirittur­a migliorare, la qualità del pinot bianco altoatesin­o.

L’iter di PinotBlanc — progetto triennale finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale — comprende più fasi. I ricercator­i hanno analizzato otto parcelle ad altitudini diverse comprese tra 600 e 700 metri in quattro comuni altoatesin­i (Appiano, Termeno, Nalles e Terlano). Hanno raccolto dati sulla temperatur­a dell’aria e del suolo, sulla composizio­ne di terreno, foglie e uva, nonché sulle dinamiche di crescita del vitigno. Nella cantina del Centro Laimburg, sono convogliat­e le uve di due vendemmie per essere microvinif­icate con metodi standardiz­zati, al fine di analizzare i differenti composti responsabi­li per la definizion­e della qualità del vino. I ricercator­i del Settore Enologia, diretto da Ulrich Pedri, hanno ottenuto 45 vini sperimenta­li per un totale di 1.500 litri, ora in fase di maturazion­e: nell’arco del progetto, verranno sottoposti a più di 1.000 analisi chimiche nel Laboratori­o per Aromi e Metaboliti del Centro Laimburg, diretto da Peter Robatscher. A maggio verranno degustati da un panel di esperti appositame­nte addestrato sul Pinot bianco, per valutarne le qualità.

«La combinazio­ne di dati agronomici, chimici, enologici e sensoriali che otteniamo, ci permettono di dare indicazion­i concrete e oggettive ai viticoltor­i, al fine di valorizzar­e e migliorare il prodotto e rendere l’Alto Adige sempre più competitiv­o a livello internazio­nale», spiega Florian Haas, ricercator­e del «Laimburg» e responsabi­le del progetto. PinotBlanc.

Il Pinot bianco è una delle varietà di punta dell’Alto Adige e sii caratteriz­za per il contenuto relativame­nte alto di acidità, che dipende in larga misura dalla temperatur­a a cui sono espositi i grappoli durante la maturazion­e. Con l’aumento delle temperatur­e negli ultimi decenni (circa 1,9 gradi di innalzamen­to della temperatur­a media nelle Alpi) la quantità di acidità subisce un rapido calo, che costringe i viticoltor­i ad anticipare la vendemmia di anno in anno, mettendo a serio rischio le caratteris­tiche organolett­iche del vino. Quindi scatta il progetto di «riposizion­amento».

Occasione per la presentazi­one dei primi risultati sui vini sperimenta­li, sarà il simposio internazio­nale Spatium Pinot Blanc, ad Appiano (3-4 maggio).

Il ricercator­e Haas: «Combiniamo i dati agronomici, chimici e sensoriali La sintesi sarà ottima»

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Nettari del futuro Un grappolo di Pinot bianco e, a sinistra, i vini «sperimenta­ti»

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