«In ospedale protocolli rispettati» Bordon difende l’Azienda sanitaria
Ieri gli auguri ai dipendenti. Zeni: «Lanciati tanti progetti nuovi»
«Ribadiamo che TRENTO l’azienda non ha evidenziato falle nel sistema e che le procedure messe in atto sono state ritenute corrette sia da esperti interni all’Apss, sia da figure di rilievo internazionale chiamate da fuori. Quindi, se c’è stato un qualche errore umano, chi sta indagando sulla questione proverà a metterlo in luce». A poche ore dall’avvenuta consegna al procuratore capo di Trento Marco Gallina del report sul caso malaria, che rafforza ancora una volta l’ipotesi del contagio all’interno dell’ospedale Santa Chiara di Trento, le parole di Paolo Bordon ribadiscono la correttezza delle procedure standard messe in campo dall’azienda sanitaria. La perizia, invece, conferma che qualcosa deve essere andato storto nelle procedure, e le indagini stanno cercando proprio i punti critici della prassi ospedaliera in cui potrebbe essere stato commesso l’errore fatale.
L’irrisolto caso malaria che ha interessato la struttura ospedaliera di Trento nel mese di agosto, non è stato l’unico evento rilevante a interessare la sanità trentina in questo 2017. Altri, più fortunati, sono avvenuti nel segno della riorganizzazione dell’Apss e del miglioramento dell’assistenza. «Il 2017 — ha spiegato ieri l’assessore alla salute Luca Zeni durante gli auguri natalizi ai dipendenti dell’azienda sanitaria — è stato l’anno pilota di alcuni progetti: dalla prevenzione, come dimostra l’avvio del programma di screening al collo dell’utero, alla riorganizzazione ospedaliera, dal radicamento sul territorio di alcuni servizi, come la medicina generale, alla riforma del welfare anziani».
La notizia più fresca è però di ieri, e riguarda l’approvazione da parte del consiglio di direzione di una nuova logica nel trattamento delle patologie legate al tumore alla mammella. «Un importante servizio alle donne di questa provincia, un regalo di natale dovuto — ha precisato il direttore dell’Apss — Abbiamo messo a fattore comune una rete di professionisti sulla breast unit per la gestione del tumore della mammella, sotto coordinamento della dottoressa Ferro. Sarà ad esempio istituita l’unità operativa semplice di area sulla chirurgia senologica».
A questo si accompagnano le nuove condizioni organizzative per affrontare, le future sfide della salute. Prima fra tutte, la fruizione del territorio. In risposta alla carenza di medici di medicina generale nelle valli è stata avviata una riforma che lavora sul modello aggregato per «raggiungere i cittadini dei comuni più piccoli, attivando strutture territoriali». La soluzione più adatta, secondo l’Apss, al contesto orografico difficile del Trentino. «La replica nelle valli del modello delle strutture intermedie — ha ipotizzato Bordon — renderebbe meno problematica la gestione della sanità nelle periferie». Gestione resa critica anche dalla carenza di personale a disposizione. Come dimostra il caso del reparto maternità di Cavalese, per il quale si auspica la riapertura, dall’11 aprile, a patto che «si trovino professionisti disposti ad accettare l’incarico» e che venga validato dal ministero nazionale il modello organizzativo proposto dall’Apss. «L’organico non è ancora completo — ha spiegato l’assessore Zeni — ma cercheremo di completarlo includendo i liberi professionisti».
Esperti internazionali dicono che siamo all’avanguardia. Se c’è stato un errore umano, chi sta indagando sulla questione proverà a metterlo in luce