Il colore che affascina Cattani e Volkov a Trento
«Diversi sentieri, felici approdi»: sintetizza con questa efficace visione Mario Cossali l’esito del viaggio di ricerca che accomuna Silvio Cattani, trentino, e Andrey Volkov, di Mosca. I due artisti, che si sono incontrati lo scorso anno a Venezia, pongono in dialogo la loro estetica nella mostra Tra segno e pittura, visitabile a Trento, Palazzo Trentini, fino al 5 gennaio. Organizzata dal Consiglio della Provincia di Trento e curata dallo stesso Cossali insieme a Remo Forchini, l’esposizione si sviluppa seguendo il filo conduttore dell’astrazione come cifra stilistica che accomuna i due pittori. Sono infatti entrambi interessati a una ricerca che, traendo origine dai grandi protagonisti americani ed europei - da Gorky a Rothko, da Pollock a Sam Francis, da Motherwell, Frankenthaler e Guston, da Kline, Burri e Vedova - sviluppi una propria via poetica.
«Con il linguaggio artistico di Cattani — spiega Cossali — ci troviamo immersi in una danza rituale del colore che pare rappresenti la realtà nel sogno e il sogno nella realtà. Ogni forma ritratta può anche essere o non essere verisimile, essere o non essere simbolo, magari semplice allusione, ma può diventare anche e soltanto gioco. E ancora, invenzione poetica che può far pensare alla musica martellante e circense della Histoire du soldat, di Igor Stravinskij, basata su due antiche fiabe, ma in fondo variante della leggenda e del mito di Faust».
Per Cossali sono appunto, fiaba, mito, divertimento «non privo di sospetti e di sorprese del cui esito non v’è certezza» alcuni degli aspetti centrali della pittura di Cattani, che «assomiglia a un avventuroso ensemble che procede per diverse forme, diversi sentieri e poi felicemente approda».
A unire Cattani e Volkov è la fascinazione astratta, l’amore per il segno-colore che contraddistingue tutta la loro opera, basata su cromie squillanti «che trasmigrano in un lento crepuscolo o in una violenta profonda notte. Sempre modulati da una voglia di coinvolgere appassionatamente, di richiamare gli osservatori-visitatori in un mondo di dolci rimembranze visive, di scenari primordiali, di antiche materie e di tracce del nostro complesso presente». In maggio la mostra raggiungerà Mosca, la città di Andrey Volkov, artista il cui tratto si caratterizza per «una speciale forma di pittura aniconica, nella quale comunque si affaccia in sembianze diverse l’ombra del reale, quell’ombra che è ben più di un sospetto». Ciò anche grazie alla matericità del colore. «Un linguaggio che vede senza volto, dove essere non dura che un istante» conclude Cossali.