Distanze edilizie Varata la norma di attuazione
Roma concede la gestione locale degli standard edilizi. Kompatscher: pianificazione facilitata
Arriva la sospirata norma di attuazione sugli standard urbanistici: Roma concede la gestione dei parametri — comprese le distanze tra edifici — alle due Province autonome.
Standard urbanistici e bilinguismo dei notai: queste le due norme di attuazione (totale 18, dall’inizio di questa legislatura) approvate dal Consiglio dei ministri, ieri alla presenza del Landeshauptmann Arno Kompatscher.
La prima norma di attuazione riguarda l’attribuzione alle due province di Bolzano e Trento della competenza primaria in materia di definizione degli standard urbanistici: si tratta in maniera particolare della possibilità di determinare a livello locale, dunque in autonomia, i limiti legati a distanze fra edifici, altezze, densità delle costruzioni e rapporti massini fra gli spazi destinati a insediamenti pubblici, privati, residenziali e produttivi, comprese aree verdi e parcheggi. In sostanza, viene risolto per esempio il famoso fattore dei «10 metri» — tra pareti finestrate e pareti di altri edifici — che tanto aveva causato discussioni in Alto Adige.
«Si tratta di uno strumento importante — commenta Kompatscher — che ci consentirà di pianificare al meglio, nel lungo periodo, la gestione di un territorio che presenta caratteristiche particolari in quanto situato all’interno di una zona sensibile come quella alpina».
Nell’altra norma, viene invece inserito l’obbligo di bilinguismo per i notai, regola che viene inserita dopo il dibattito sulla possibilità di aprire un ufficio secondario nel territorio distrettuale che nel caso specifico comprende non solo l’Alto Adige, ma anche il Trentino: a Bolzano sarà d’obbligo «lavorare» anche in tedesco.
L’altro fronte Dopo i quesiti in ottica «distrettuale» viene fissato l’obbligo di bilinguismo per i notai