L’SVP VA A DESTRA SVOLTA EVIDENTE
Sarà Dieter Steger, dell’ala economica Svp, il candidato per il seggio sicuro del proporzionale al Senato. Ha raccolto nelle primarie di partito — l’unica scelta che contava, visto che le altre votazioni erano tutte senza alternative e a scatola chiusa — il 62,94% dei consensi. Un bel risultato, niente da dire, anche se si è espresso solo il 20% dei 38.000 iscritti che avevano diritto. Le schede bianche sono state quasi il 20%. Il grande sconfitto da Steger è stato senza dubbio Hans Joachim Dalsass, candidato dell’ala sociale, gli Arbeitnehmer. L’esito (Dalsass ha raccolto solo il 15,44% dei voti) è pesante e testimonia quanto era già evidente, cioè come dentro la Svp — Sammelpartei, partito di raccolta a fini di tutela etnica, ma interclassista che vuole rappresentare tutti i sudtirolesi — l’ala socialdemocratica sia in sofferenza. Non solo per la mancanza di una leadership forte come ai tempi di Otto Saurer, ma per ragioni decisamente più politiche: la Svp si è spostata a destra, diventando sempre più un partito autenticamente conservatore, che perciò si trova a suo agio con Kurz, la sua politica e le sue alleanze.
A dirlo sono nientemeno che i socialisti austriaci della Spö. Indignato e molto preoccupato anche per la vicenda del doppio passaporto, il vicecapogruppo del partito a Vienna, Hermann Krist, ha scritto che «i rapporti con la Volkspartei di Bolzano languono» e che Achammer parla solo con la Övp di Kurz, mentre i socialdemocratici nemmeno vengono informati quando il giovane Obmann va a Vienna. Il tutto — dicono Arbeitnehmer e Spö — dimenticando quello che la socialdemocrazia austriaca e i suoi esponenti hanno fatto per la causa sudtirolese. Ma la realtà è appunto che la Volkspartei si è ormai decisamente spostata a destra, complice anche la svolta austriaca. È accaduto non solo sulle posizioni di liberismo economico, ma anche e soprattutto su quelle etnico-nazionaliste e sociali. Dal diritto all’autodeterminazione voluto nello Statuto di autonomia al doppio passaporto per i sudtirolesi «doc», dall’entusiasmo a favore del referendum indipendentista catalano ai controlli sulle iscrizioni nelle scuole, fino alla maggiore comprensione per la linea Strache-Kurz sulle migrazioni, la nuova linea è purtroppo evidente. Anche a Vienna qualcuno se ne sta accorgendo. E la spiegazione che via Brennero si comporta così solo per togliere spazio ai Freiheitlichen non convince.