Museion, i primi dieci anni Ragaglia: facciamo riflettere
«Èun ciclo che si chiude». La direttrice di Museion, Letizia Ragaglia, a Roma per presentare il calendario delle celebrazioni per il decimo compleanno della sede di piazza Piero Siena, «#10yearsOn», non nasconde le motivazioni alla base delle esposizioni e degli eventi previsti per il 2018. «Abbiamo fortemente voluto tornare ad esporre Kippenberger a dieci anni dalle polemiche sulla rana crocifissa anche per chiudere un conto aperto. Un conto aperto con l’Alto Adige e anche con la storia dell’Arte».
La direttrice si riferisce alla mostra più importante prevista per il 2018: Body Check che verrà inaugurata il 2 febbraio e resterà aperta fino al 6 maggio. Sarà curata da Veit Loers e rileggerà il lavoro di Martin Kippenberger mettendolo in dialogo con l’artista austriaca Maria Lassnig. «Dialogo» che pare essere la parola chiave, la password, per comprendere e decriptare quel filo rosso che ha percorso gli ultimi dieci anni di Museion e la direzione di Letizia Ragaglia: «Personalmente credo che la nostra funzione sia proprio quella di creare un dialogo e anche, e soprattutto, per questo siamo voluti tornare a esporre Kippenberger. Dieci anni fa questo dialogo tra opera, contesto e storia dell’Arte venne sovrastato dalle rumorose polemiche, oggi credo che le cose siano cambiate. Penso che la mostra curata da Loers, non solo potrà ricucire quello strappo con la storia dell’arte, ma sarà in grado di proporre al nostro pubblico un’altra visione del percorso artistico di Kippenberger».
Nel dettaglio, si tratta di oltre sessanta opere degli anni novanta e duemila selezionate per evidenziare connessioni inesplorate tra due artisti che hanno costantemente posto il corpo al centro della loro opera. Opere presentate attraverso uno sguardo diverso che la direttrice auspica possa essere figlio (anche) di una nuova «abitudine»: «Chi entra a Museion non può avere lo stesso atteggiamento che ha quando accende la televisione e fa zapping. Penso che preferisca trovare associazioni e nuove connessioni, innanzitutto perché in un museo occorre essere posti anche davanti a cose che non si conoscono o riconoscono. Questo è il nostro compito: fare riflettere e, se capita, anche irritare. Ma a dieci anni di distanza dall’esposizione dell’opera Zuerst die Füsse, che tanto fece discutere, credo sia notevolmente cambiata l’intera società altoatesina. Oggi si confronta con molta più facilità con il diverso e con il cambiamento. Rispetto al 2008 le possibilità di dialogo possono essere molto più proficue».
Un altro tipo di dialogo, invece, è nato insieme a Museion e, forse, ne ha formato la crescita: quello tra Nord e Sud, tra mondo artistico tedesco e mondo artistico italiano. Non è, quindi, un caso che proprio in occasione del decimo compleanno della nuova sede, il 24 maggio, verrà inaugurata Somatechnics, esposizione, a cura di Simone Frangi. Una mostra figlia del progetto risultato vincitore tra le proposte per un «Padiglione Italia Austria» presentate da dieci curatrici e curatori italiani e austriaci «under 45». Somatechnics ospiterà opere di Pauline Boudry e Renate Lorenz, Danilo Correale, Patrizio Di Massimo, Adelita Husni-Bey, Ursula Mayer, Sophie Utikal, nonché un programma di performance con Mercedes Azpilicueta, Muna Mussie e Marissa Lôbo.
«Mettere insieme l’arte da
Ala a Kufstein è sempre stato il pallino del primo direttore di Museion, Piero Siena — ricorda Ragaglia — e è vero che ci siamo costruiti un’identità anche come cerniera tra il mondo nordico e quello mediterraneo. Per questo abbiamo pensato che il decimo compleanno si prestasse bene per proseguire su questa strada e così è nato il progetto Padiglione Italia-Austria».
Allo stesso spirito è riconducibile anche Tutto. Prospettive sull’arte italiana, mostra nata dalla collaborazione con la Sammlung Goetz di Monaco che resterà aperta dal 12 ottobre 2018 al 24 marzo 2019. In esposizione un’ampia selezione di opere d’arte italiane ma conservate in Germania, a Monaco. Questa volta il dialogo vedrà protagoniste due collezioni, quella di Museion e quella della Goetz, per una mostra curata da Ingvild Goetz, Leo Lencsés, Karsten Löckemann, Letizia Ragaglia e Elena Re. Scopo esplicito è quello di fare emergere le principali correnti artistiche italiane del dopoguerra, dalle decostruzioni della tela dipinta messe in atto da artisti come Lucio Fontana, Enrico Castellani e Dadamaino, passando alla fotografia concettuale di Luigi Ghirri e finendo a Mario Schifano che integra nella pittura la riflessione sui media contemporanei.
Il calendario delle celebrazioni del decennale è piuttosto nutrito e verrà presentato nei prossimi mesi, ma si può anticipare il progetto sui linguaggi della scultura che vedrà protagonista l’artista svizzero John Armleder che riempirà il quarto piano di Museion. Un’esposizione in collaborazione col Madre (Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli ) che sarà inaugurato il 21 settembre.
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