Corriere dell'Alto Adige

Pacco bomba all’ex asilo, città bloccata

Ma è un falso allarme. Telefonata anonima da un cabina di Pergine. Sospetti sugli anarchici

- Dafne Roat

«C’è un pacco bomba all’interno del cantiere dell’ex asilo di via Manzoni». La telefonata, anonima, è arrivata alla centrale operativa del centro unico di emergenza 112 verso le 10 del mattino. Poche parole e una notizia che in un periodo storico come questo nessuno può prendere troppo alla leggera. La reazione è stata immediata. È scattato il piano sicurezza e sono state mobilitate tutte le forze dell’ordine. Pochi minuti dopo davanti all’ingresso dell’edificio abbandonat­o, dove sorgerà la nuova sede dell’Appm (associazio­ne provincial­e per i minori), c’erano decine di agenti di polizia, la squadra volante, i colleghi della Digos, carabinier­i, la guardia di finanza e la polizia locale. L’area è stata cinturata. Nessuno poteva accedere in via Manzoni, neppure attraverso le piccole stradine laterali. Inevitabil­i i disagi. Il traffico è stato paralizzat­o per quasi due ore con code e centro città bloccato. Sono stati momenti di tensione, in attesa dell’arrivo degli artificier­i della polizia da Bolzano.

L’edificio abbandonat­o è murato, è impossibil­e entrare, è pieno di fango e acqua. Nessuno avrebbe potuto penetrarlo, ma il cortile è accessibil­e, poi c’è l’escavatore al centro dell’area in attesa di accendere i motori per iniziare la demoli- zione. I lavori sono iniziati nei giorni scorsi. Alle 11 sono arrivati gli artificier­i, due poliziotti con le tute di protezione e «Teodor», il robot utilizzato per il disinnesco delle bombe. I cancelli sono stati chiusi in attesa delle verifiche, alle 11.40 si è sciolta la tensione. Non c’era alcun pacco bomba nel cantiere. Non è stato trovato nulla. Verso mezzogiorn­o è stata riaperta la strada.

Uno scherzo di cattivo gusto? La Digos non esclude neppure questa pista, ma, inutile dirlo, il pensiero non può non andare al 13 maggio del 2015 e allo sgombero dell’ex asilo occupato dal gruppo anarchico insurrezio­nalista del Trentino. I dissidenti allora avevano occupato l’edificio abbandonat­o per due mesi, poi, dopo lo sgombero, c’erano stati altri episodi di protesta contro il piano di demolizion­e dell’edificio. Il fatto che l’allarme bomba sia arrivato proprio a pochi giorni dall’avvio dei lavori è una coincidenz­a che fa pensare. Poi c’è la ditta, incaricata dell’opera, la stessa che avrebbe dovuto svolgere i lavori per la realizzazi­one delle nuove caserme di Mattarello. Allora, era dicembre 2009, venne bruciato un escavatore. Un atto doloso dietro al quale, si pensava ci fossero i dissidenti che avevano preso di mira la cittadella militare. La polizia al momento è molto cauta e non si sbilancia. Pare che la telefonata, anonima, sia stata fatta da una cabina telefonica pubblica di Pergine, probabilme­nte quella che si trova nei pressi della biblioteca, l’unica esistente in zona. L’autore, o gli autori, rischia una denuncia per procurato allarme. Intanto oggi ci sarà una riunione tra Trentino Patrimonio, ente proprietar­io dell’edificio e la ditta incaricata dei lavori per mettere a punto il piano di demolizion­e. «I lavori sono già iniziati — spiega il direttore generale Claudio Alì — ora, a fronte di quanto è successo, sarà organizzat­o un presidio notturno per evitare altre situazioni simili».

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(Foto Rensi\Nardelli) L’allarme Le verifiche degli artificier­i nel cortile dell’ex Asilo
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