Panarotta, c’è un indagato Società di impianti nel mirino La Procura: «Reti assenti»
Erano stati avvertiti e non una sola volta. L’ultimo richiamo risale ad inizio di stagione. Allora, secondo quanto ricostruito dalla Procura, gli uomini della forestale in servizio sulle piste da sci della Panarotta avevano sollecitato la società affinché provvedesse a installare delle reti di protezione a bordo della pista blu che collega malga «Montagna Granda» all’arrivo della pista Rigolor. Alcuni anni fa c’era stato un grave infortunio, un ragazzino era finito nel dirupo e aveva riportato lesioni molto serie. Ma la società Nuova Panarotta spa, che gestisce gli impianti da sci, non avrebbe provveduto ad installare delle reti protezione. Quel burrone, lo stesso in cui ha perso la vita il poliziotto di Sant’Orsola, Bruno Paoli, non era neppure segnalato.
È quanto sostiene la Procura che ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo un componente del cda della società, che sarebbe chiamato in causa in quanto responsabile per la sicurezza. La pm Maria Colpani, dopo il terribile incidente sciistico di sabato, ha effettuato personalmente un sopralluogo sul tracciato, insieme agli uomini del corpo forestale, per verificare di persona le condizioni della pista e i sistemi di sicurezza. Assenti, secondo la ricostruzione degli investigatori che hanno effettuato i rilievi. La pista è sotto sequestro. Secondo la Procura la società avrebbe dovuto provvedere a installare delle reti di protezione a bordo pista, reti che avrebbero potuto salvare Paoli. Il poliziotto, grande esperto di sci (per anni aveva prestato servizio sulle piste da sci e ancora oggi collaborava con la società Panarotta come volontario), secondo quanto ricostruito stava percorrendo la pista che ha una pendenza minima insieme ai figli. Il figlio più grande, 12 anni, era sopra e la bimba più a avanti. Paoli si era messo a protezione dei figli per farli scendere in sicurezza e per questo si era posizionato verso il bordo della pista, ma ha forse perso l’equilibrio o è scivolato precipitando nel piccolo burrone sottostante. Parliamo di un dirupo con otto metri di dislivello in fondo al quale ci sono alberi, rocce e un grosso tubo in che convoglia l’acqua di un piccolo torrente. Paoli avrebbe sbattuto il capo contro la roccia, un impatto violento, come ha confermato l’autopsia eseguita ieri, e purtroppo fatale. La pista pare sia stata omologata dal Servizio della Provincia diversi anni fa e la Procura vuole capire chi era incaricato dei controlli. Resta da capire se il tracciato era a tutti gli effetti una pista o una semplice forestale usata come pista nel periodo invernale, come sostiene il presidente di Nuova Panarotta, Fabrizio Oss, affranto per la terribile tragedia. «È una stradina piana — spiega — che sappia io non c’erano prescrizioni in materia di sicurezza, ma quello che fa più male a tutti noi è che Bruno era un amico e simo addolorati e vicini alla famiglia». I funerali del poliziotto si terranno domani alle ore 14.30 nella chiesa di S. Orsola.