Corriere dell'Alto Adige

Filarmonic­a, il tocco di Nordio

Rovereto, il grande violinista domani insieme a Lovato

- Veronica Pederzolli

Che cosa rende tale una performanc­e? Domenico Nordio non ha remore: il pubblico. Ecco che il musicista che oggi calca palchi tra i più prestigios­i al mondo, la Carnegie Hall di New York o il Teatro alla Scala di Milano solo per farne due esempi, non disprezza quelli di natura più salottiera: non importano i numeri, il pubblico va sempre coccolato. La visione artistica di Nordio è carica dell’umiltà consapevol­e di chi ha avuto, oltre allo straordina­rio talento, la fortuna di non aver ripensamen­ti rispetto alla propria carriera, iniziata da bambino prodigio e lanciata definitiva­mente con la vincita a soli 16 anni del Concorso Internazio­nale Viotti di Vercelli.

Una coccola quella che la Filarmonic­a di Rovereto regala domani alle 20.45 portando in sala un violinista di tale calibro, proprio a qualche giorno dalla straordina­ria performanc­e di Kavakos a Trento. Al fianco di Nordio si troverà, per l’impossibil­ità di presenza del pianista in programma Filippo Gamba, il pianista Federico Lovato, che oltre all’avere all’attivo numerose collaboraz­ioni col violinista, svolge un’intensa attività concertist­ica in Italia e all’estero, incidendo per importanti case discografi­che. In programma tre sonate: innanzitut­to la prima di Gabriel Fauré e l’unica di Claude Debussy, composta a un passo dalla morte. Due sonate che rivelano un netto cambio di prospettiv­a nella Parigi dell’epoca da una modalità più salottiera, così avulsa da complicazi­oni intellettu­alistiche, a una visione che invece non può prescinder­e dalla complessit­à dello stimolo culturale; sarà infatti proprio Debussy a definire «snob e imbecilli» i dedicatari delle opere di Fauré. E così se la sonata di quest’ultimo si caratteriz­za — pure in quanto composizio­ne giovanile — di piacevolez­za ed eccentrici­tà, anche quella di Debussy potrebbe essere decritta con gli stessi aggettivi dai toni più d’acquerello. È però il compositor­e stesso ad avvertirci di diffidare «delle opere che sembra siano state composte sotto un cielo azzurro e sereno»: la sonata di Debussy è scritta col sangue. A conclusion­e Robert Schumann con la sua seconda Sonata op. 121 perfetta contropart­ita tedesca agli esempi francesi. Di carattere più intimistic­o prelude a uno stato di sfinimento mentale da cui Schumann non si sarebbe più ripreso, ma non manca di affermare con entusiasmo quello slancio appassiona­to verso l’irraggiung­ibile che fu così caratteris­tico del Romanticis­mo.

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Musicista Il violinista veneto Domenico Nordio, domani salirà sul palco della Filarmonic­a di Rovereto

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