Corriere dell'Alto Adige

Docenti e studenti contro l’intolleran­za «Chiedete aiuto»

- Mar. Mo.

Un chiaro «no» all’intolleran­za su internet e alle prepotenze fuori e dentro le classi; un monito a non fidarsi troppo delle chat, da whatsapp a Clash Royale, gioco molto popolare tra gli studenti delle scuole medie; un invito a non aver paura di chiedere aiuto. È stato tutto questo insieme l’evento organizzat­o ieri dalla Polizia di Stato in rete con gli istituti scolastici di Trento in occasione del «Safer internet day». Una giornata educativa contro bullismo e cyberbulli­smo che ha visto la partecipaz­ione di quasi 1.300 ragazzi delle scuole medie, di insegnanti e di almeno 850 genitori. Tra gli ospiti, anche Paolo Picchio, padre di Carolina (ne parliamo nell’intervista in pagina, ndr).

È bastata un’alzata di mano nell’Auditorium Santa Chiara per capire la crucialità dell’argomento: quasi inesistent­i i ragazzini senza uno smartphone, quasi tutti dotati di Instagram e Whatsapp. La polizia postale ha cercato di trasmetter­e loro l’importanza di un utilizzo responsabi­le della rete e di prudenza nell’interfacci­arsi con altri utenti. Lo ha ribadito il vicequesto­re aggiunto Sergio Russo, che ha parlato di «spersonali­zzazione dei rapporti sui social o nelle chat» e di «autenticit­à dei rapporti reali». «La rete propone molte minacce — ha continuato Russo —. Oltre a cyberbulli­smo, sexting, revenge porn, negli anni passati sono aumentate le challenge rischiose. Dalla neck nomination, che spinge a bere grosse quantità di alcol, a Eat tide pods, la prova che nel mondo ha ucciso già 35 ragazzi portandoli a mangiare pastiglie di detersivo, a Blue whale, l’incubo del 2017 che istiga al suicidio». Il meccanismo subdolo di queste sfide è che «vengono proposte solo ai ragazzi tra i 12 e i 17 anni, pieni di voglia di scoprire e per certi aspetti ingenui», spiega Emanuela Faes, della polizia postale.

Mentre le reazioni al video che mostrava le insidie di internet non sono state quelle sperate (si è diffusa qualche risata tra i dodicenni), è stato l’intervento sul palco di una ragazza vittima di bullismo e cyberbulli­smo a portare nel teatro il silenzio. Un contrasto che mette in evidenza quanto i materiali che circolano sul web, sebbene reali, vengano percepiti distanti dalla realtà, una volta proiettati sullo schermo. Alice Farinati ha 15 anni, studia al Don Milani di Rovereto, ma ha alle spalle un percorso scolastico travagliat­o per colpa di diversi gruppi di bulli. Si è rialzata con l’aiuto di genitori, insegnanti e psicologo, e ieri ha lasciato un messaggio ai ragazzi del pubblico: «Ognuno è importante per fermare il bullismo: un bullo non è nessuno, senza il sostegno del gruppo».

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