Foibe: tensione tra anarchici e CasaPound
Corteo antifascista, città blindata. Vie chiuse, urla e scritte sui muri
Mazze, caschi, striscioni e rabbia. Ricorreva ieri il giorno del ricordo delle foibe. A Trento, come in altre città italiane, i militanti di Casapound hanno organizzato una manifestazione di fronte al tribunale, a cui gli anarchici hanno risposto con un corteo partito dal dipartimento di Sociologia. L’ennesima occasione di scontro tra le due fazioni. Da una parte i neofascisti sono scesi in piazza per ricordare vittime che definiscono martiri repubblichini, dall’altra per contrastare una giornata che considerano «falsificazione istituzionale, che ha dato legittimità a una riscrittura della storia».
Dalle 20 ha cominciato a formarsi l’assembramento davanti al dipartimento di sociologia. Una cinquantina (secondo le fonti della questura) ma forse erano di più, di dissidenti del gruppo anarco insurrezionalista si sono radunati in via Verdi, molti di loro armati di mazze e caschi, pronti alla guerriglia. Un copione, purtroppo, già visto. La tensione era alta ieri sera. Un’ora dopo, poco prima che in piazza Venezia — blindata dalla polizia e dai carabinieri, arrivati con i reparti speciali da Padova e il Battaglione di Laives — cominciassero ad affluire i militanti di Casapound, sono cominciati gli interventi al megafono. Il leader degli anarchici, Massimo Passamani, ha urlato frasi e slogan contro la gestione dell’immigrazione da parte del governo Gentiloni, di condanna ai fatti avvenuti a Macerata settimana scorsa e a tutte le nuove forme di fascismo emergenti.
Il corteo si è poi spostato lungo le vie del centro per poi fermarsi in piazza Venezia. Impossibile avanzare. Durante il percorso alcuni dissidenti hanno scritto frasi sui muri, poi hanno continuato a marciare per raggiungere Largo Pigarelli dove sorge il monumento delle foibe. Ma all’altezza della fontana al centro di piazza Venezia sono stati bloccati da un cordone di polizia, chiuse tutte le vie attorno al tribunale. Nel frattempo, poco dopo le 21.30, sono arrivati gli esponenti di Casa Pound, un centinaio, molti sono arrivati da fuori. Una fiaccolata silenziosa, poi la risposta alle urla e gli insulti degli anarchici. «Non risponderemo alle loro provocazioni» dicono. Si spengono le fiaccole, ma non gli animi non si acquietano. Verso le 22 i militanti di estrema destra si allontanano. Nessuno scontro, solo tanta tensione.