Lavoro, dati ok Serafini: adesso occorre qualità
Cresce l’occupazione ma la popolazione invecchia. Serafini: «Attenzione ai giovani»
l’elaborazione della Uil dei dati sul mondo del lavoro indicano l’occupazione in crescita del 3,5%. «La quantità del lavoro va bene ma bisogna aumentare la qualità» commenta il segretario Serafini.
Maggiore precarietà Il ritratto del mercato vede un aumento dei contratti a tempo determinato e a chiamata
BOLZANO
Occupazione in crescita del 3,5%. Disoccupazione al 3,4%. Occupazione giovanile in crescita del 4,7%, ben oltre la media nazionale. Incremento dei lavoratori stranieri del 3,3%. L’elaborazione Uil/Sgk dei dati statistici 2017 sul mondo del lavoro in Alto Adige mostrano un mercato in evoluzione, cui la politica deve fornire risposte chiare e lungimiranti.
«La quantità del lavoro va bene ma bisogna aumentare la qualità» premette Toni Serafini, segretario provinciale Uil/Sgk. Le leve su cui agire a livello provinciale, oltre alla sempre attuale sicurezza sul lavoro, sono «più formazione, orientamento verso l’apprendistato, scuole professionali, scuole tecniche. Per formare più lavoratori per l’industria, dove mancano, occorre un raccordo tra enti e scuole provinciali, associazioni imprenditoriali e sindacati, sul modello del tavolo apprendistato, monitorando la situazione e programmando il futuro». Sono queste le iniziative necessarie, secondo Serafini, per «gestire in forma concertata con le parti sociali i cambiamenti che vengono da Industria 4.0, nuovi lavori, vedendone i rischi occupazionali e le opportunità».
Il punto di partenza è che i dati 2017 mostrano per la provincia autonoma «il quadro migliore degli ultimi dieci anni» sottolinea Serafini. I dati negativi riguardano l’incremento del 19,4% (594 per un totale di 3.376 in valore assoluto) dei disoccupati di lunga durata, a fronte di una disoccupazione al 3,4% (11.693 disoccupati, maschile al 2,6%, femminile al 4,4% e giovanile al 9%). «Il dato sulla disoccupazione giovanile deve farci riflettere, portando la politica a elaborare strategie e risposte nuove» aggiunge Serafini. I disoccupati sono 1.402 uomini (42%) e 1.974 donne (58%), 2.683 italiani (79,5%) e 693 stranieri (20,5%), 472 giovani sotto i 30 anni, 334 donne e 138 uomini. L’unico arretramento si rileva in agricoltura, penalizzata da una stagione meteo negativa. Gli occupati rimangono 11.269 (-0,6%) ma il calo si registra nel lavoro stagionale (-7,0%, totale di 13.507). Recupera l’edilizia (+5,5%, 16.600 occupati), mentre industria e commercio (contratti a tempo determinato) risultano in media (rispettivamente +2,8% e +2,9%). Prosegue l’espansione del turismo (+9%, contratti stagionali). L’altro neo riguarda l’invecchiamento nel mercato del lavoro provinciale, con 59.000 lavoratori over 50 (+8,2%). «È il risultato della legge Fornero: si va più tardi in pensione» chiarisce Serafini. Sul totale degli occupati (207.600) gli stranieri aumentano (+3,3% rispetto al 2016). «Rimane una certa precarietà: tempo indeterminato (70,2%), determinato (27,5%) e apprendisti dei tre livelli (2,3%, con un aumento del 3,7%). I tempi determinati aumentano di 5.553 unità (+10,8%)» aggiunge Serafini. Anche il lavoro a chiamata registra un grande aumento, sostituisce la gran parte dei voucher. Ben 5.222 con contratto a chiamata, +2.017. «Per la prima volta dal 2012, si è registrato un aumento delle persone occupate con tale tipologia contrattuale: +62,9%» sottolinea Serafini.