Lavoratrici molestate Colpita una donna su due
Istat, dati superiori alla media nazionale. Kustatscher: «Tanto sommerso»
Idati Istat sulle molestie sessuali sono allarmanti: una donna su due, in Alto Adige, ha subito almeno una volta nella vita molestie o ricatti sessuali sul luogo di lavoro. Ad essere preso in considerazione un campione di donne tra i 14 e i 65 anni, in riferimento al periodo 2015-2016. Kustatscher, presidente del centro antiviolenza Gea: «Teniamo presente che c’è ancora tanto sommerso».
Una donna su due, in Alto Adige, ha subito almeno una volta nella vita molestie o ricatti sessuali sul luogo di lavoro. A dirlo è l’Istat, con un’indagine che ha preso in considerazione un campione di donne tra i 14 e i 65 anni, in riferimento al periodo 20152016. Il dato provinciale non è dei più confortanti, anche perché risulta essere piuttosto al di sopra della media nazionale, che si attesta sul 43,6%. Per Bolzano e provincia, invece, si tocca quota 49% e non va meglio nemmeno in Trentino, dove si parla di un 48,5% di donne vittime di molestie. Cifre che, in proporzione, si riverberano sul dato che indica quante hanno subito episodi del genere negli ultimi tre anni: a fronte di una media nazionale attestata al 15,4%, in Alto Adige siamo a quota 18,6% mentre in Trentino a 16,8%. Considerando una fetta di territorio ancora maggiore, dall’indagine emerge come il nord-est, rispetto alle altre macro-aree, risulti il più colpito dal fenomeno. I dati sono stati raccolti attraverso interviste telefoniche e faccia a faccia, tra l’ottobre del 2015 e giugno 2016 e per la prima rivolta, rispetto a rilevazioni precedenti, sono stati inclusi nel campione anche gli uomini. Guardando al quadro nazionale, comunque, il fenomeno delle molestie risulta in diminuzione se si confrontano gli ultimi dati con quelli dell’indagine relativa al 20082009, dove però erano considerate solo alcune specifiche tipologie: stando a questo raffronto, per quante affermano di aver subito molestie nei tre anni precedenti all’intervista, si passa da 3 milioni 778mila donne a 2 milioni 578mila. Risulta invece stabile, rispetto alla rilevazione precedente, il dato sui ricatti sessuali sul lavoro: 167mila donne che affermano di esserne state vittime negli ultimi tre anni, oltre un milione nel corso della vita. Tramite le risposte ai quesiti posti, l’Istat traccia anche una sorta di identikit dei responsabili: nel 97% dei casi, quando le vittime sono donne, si tratta di uomini che, prevalentemente, sono estranei o persone conosciute appena. Come detto, l’indagine ha considerato anche gli uomini vittime di molestie: anche quando sono loro le vittime, nell’85% dei casi i responsabili sono altri uomini. Le divergenze tra i sessi, relativamente alle vittime, si accentuano nei luoghi dove le molestie avvengono e nelle modalità. Le donne risultano maggiormente bersagliate sui mezzi pubblici, mentre gli uomini nei bar o nei locali. Sul piano verbale sono le prime a essere più colpite (24% contro 8,2%), mentre quando si parla di molestie attraverso il web il dato non è particolarmente diverso.
Che gli uomini abbiano ancora davanti un lungo percorso di cambiamento culturale da compiere lo dice un dato, sempre nazionale, sulla percezione della gravità delle molestie fisiche subite: il 76,4% delle donne le considera molto o abbastanza gravi mentre appena il 47,2% dell’altro sesso è dello stesso parere.
«Analizzare il fenomeno delle molestie è molto complesso», spiega Gabriella Kustatscher, presidente del centro antiviolenza Gea. «Anche quando si compiono delle rilevazioni, occorre tener presente che non sempre le intervistate sono propense ad ammettere episodi simili, e molto fa anche la presenza o meno, nel territorio, di presidi come i centri antiviolenza: ricordo che in Italia diverse strutture sono state costrette a chiudere per mancanza di fondi, e dove essi non sono presenti culturalmente c’è meno efficacia d’azione».