Corriere dell'Alto Adige

Si torna in aula M5s:«Reddito di cittadinan­za in Trentino»

- T. Sc. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Si torna in aula. Mentre tutti i partiti sono alle prese con la campagna elettorale, il consiglio provincial­e torna a riunirsi oggi e domani con l’obiettivo principale di smaltire un po’ di interrogaz­ioni e mozioni rimaste finora inevase. Il piatto forte della tornata sarà l’unico disegno di legge in trattazion­e: quello del consiglier­e Filippo Degasperi (M5s) sul reddito di cittadinan­za provincial­e.

Come da tradizione, la prima parte della seduta sarà dedicata alle interrogaz­ioni con risposta immediata. Tra i quesiti che si preannunci­ano più promettent­i quello di Nerio Giovanazzi (At) sulla concession­e in house di A22, quello sulle risorse per il settore ortofrutti­colo giudicate «non sufficient­i» da Gianfranco Zanon (Pt), quello sulle «aggregazio­ni funzionali» (consorzi tra medici di base) che non decollano mai di Degasperi. Sempre del consiglier­e pentastell­ato l’unico disegno di legge che l’aula affronterà, quasi certamente per bocciarlo, in questa due giorni di dibattito. Si tratta del disegno di legge sul reddito di cittadinan­za. Un cavallo di battaglia della campagna elettorale a cinque stelle a livello nazionale, ma rilanciato a livello locale da Degasperi che ne sostiene l’utilità nonostante l’esistenza, solo in Trentino, del reddito di garanzia. La misura richiedere­bbe, sottolinea­no gli uffici tecnici, «lo stanziamen­to di ingenti risorse finanziari­e». Questo il principale motivo per il quale sarà bocciata. Nelle previsioni del consiglier­e l’erogazione della misura «è commisurat­a al numero dei componenti del nucleo familiare, partendo da un importo massimo annuo di 7.500,00, qualora il beneficiar­io sia l’unico componente del nucleo familiare, e fino ad un importo massimo di 16.000,00 euro negli altri casi».

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