L’appello dei commercialisti: norme più semplici
Commercialisti a Roma contro la «Babele fiscale». All’incontro di ieri per gli Stati generali della professione dei dottori commercialisti c’era anche una delegazione bolzanina, guidata dal presidente della sezione locale dell’Ordine Claudio Zago. «Con dieci leggi di bilancio emanate dal 2008 al 2017 e 5.795 commi totali, si è venuta a creare una situazione allarmante — commenta — Il nostro auspicio è che la legislazione in materia di fisco torni finalmente a mettere al centro dell’attenzione i principi fondamentali dello statuto dei diritti del contribuente, in modo da realizzare un sistema caratterizzato da maggiore stabilità e certezza, con adempimenti più semplici e ridotti nel numero, così da restituire anche a noi professionisti condizioni di lavoro dignitose nell’assolvimento delle nostre funzioni».
Al centro dell’incontro di ieri, a Roma, i risultati di due ricerche della Fondazione nazionale dei commercialisti, dedicate rispettivamente alla proliferazione normativa fiscale negli ultimi dieci anni e all’aumento dei costi dei relativi adempimenti a carico di imprese e professionisti. Il quadro che emerge, secondo i commercialisti, illustra chiaramente le difficoltà del settore, aggravata, per altro, dalle continue modifiche alle norme. «Basti pensare — spiega Zago — che alle ultime 10 leggi di bilancio si sono aggiunte 22 manovre correttive composte da altri 4.006 commi. Se prendiamo in considerazione solamente l’ultima legge di bilancio, quella del 2018, possiamo vedere come essa richieda un pacchetto da ben 189 decreti attuativi». Senza dimenticare la questione delle riforme fiscali. «Per l’ultima emanata, ossia quella del 2014 — prosegue il presidente dell’Ordine — sono stati emanati 11 decreti legislativi di attuazione, corrispondenti a 168 articoli e 490 commi».
Altrettanto imponente è la mole di documentazione fiscale richiesta a professionisti e contribuenti. «In particolare — aggiunge Zago — sono stati emanati 4.367 documenti di prassi, per un totale di 57.571 pagine. Solo nel 2017, inoltre, l’Agenzia delle entrate ha pubblicato 28 circolari, mentre per l’anno corrente se ne contano ben 62». Una complessità che spinge ora i commercialisti a lanciare un’appello al legislatore, «perché possiamo sentirci cittadini e non sudditi» conclude Zago
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