Il tocco di Avdeeva La pianista a Trento
L’artista: «Musica, una passione»
Julianna Avdeeva, pianista russa di fama internazionale, racconta del suo amore per la musica: «A mio parere, sia che si suoni, sia che si ascolti, si dovrebbe provare una forte passione all’interno di sé. Far musica per me dovrebbe diventare un’ossessione, amare la musica così tanto da non poterne fare a meno: tentare di esprimere attraverso le note qualcosa che sta all’interno di noi stessi. Ma più di tutto far musica significa avere pazienza, bisogna accettare che ci vuole tempo per poter arrivare ad esprimere te stesso attraverso quel pezzo; e ogni volta che si inizia a studiare un brano nuovo è come fosse la prima volta che si suona. Come in amore: sentire la passione, a volte arrabbiarsi, ma avere pazienza».
Studia a Mosca, a Zurigo e a Como: «Avere una formazione internazionale è stato per me significativo e decisivo. Ho iniziato a suonare a tredici anni a Mosca. Ho deciso poi di proseguire gli studi a Zurigo, sotto la guida del maestro Sherbakov, per avere la possibilità di cogliere nuovi influssi musicali. All’epoca mi è servito molto imparare il tedesco; questa lingua mi ha permesso di comprendere profondamente le composizioni degli autori di area germanica: credo che ci sia una profonda connessione tra come la lingua “suona”, come si percepisce, e le composizioni musicali. Ho completato la mia formazione a Como, all’Accademia internazionale di pianoforte, dove ho avuto l’onore di incontrare musicisti da tutto il mondo, che mi hanno aperto al confronto con altri stili interpretativi». Nel 2010 vince il concorso Chopin di Varsavia, la seconda donna ad aver vinto questa competizione dopo Martha Argerich: «Sono molto orgogliosa di aver vinto quel concorso, e proprio nei 200 anni dalla nascita del compositore. Martha Argerich faceva parte della giuria e mi sentivo onorata, è sempre stata un’ispirazione per me».
A Trento l’ascolteremo questa sera alle 20.30 nella Sala della Società Filarmonica di Trento. Il suo programma prevede Bach e Chopin: «Di quest’ultimo proporrò due brani: la Toccata in Re, appartenente al primo periodo, di stile “italiano”, pieno di gioia e energia; l’Overture, del secondo periodo, in stile “francese”, maestosa, grandiosa».