Presidenza Senato, l’Svp prende tempo
Le Autonomie votano scheda bianca. Unterberger: «Accordo ancora da trovare»
Palazzo Madama Romani o Bernini? Oggi la giornata decisiva
A Palazzo Madama la tanto attesa fumata bianca per l’elezione del presidente del Senato dovrebbe arrivare oggi. La notte appena trascorsa potrebbe aver portato consiglio all’interno della maggioranza. In ogni caso la quarta votazione di oggi sarà cruciale.
Ieri, dopo una prima votazione dominata dalle schede bianche, nella seconda si è vista una prova di forza della Lega, che, discostandosi dal nome di Paolo Romani, segnalato da Berlusconi, ha votato la senatrice Anna Maria Bernini.
Sul versante altoatesino, i tre senatori della Svp, capitanati dalla senatrice Julia Unterberger, presidente del Gruppo delle Autonomie, hanno deciso di stare alla finestra: «Ogni decisione viene concordata all’interno del Gruppo delle Autonomie — sottolinea la senatrice Unterberger — stavolta anche noi abbiamo fatto scheda bianca. Abbiamo un problema però: da una parte c’è il senatore Romani che, come dicono tutti, è una persona autorevole, non radicale, capace di gestire i lavori dell’aula. Dall’altra anche per noi è difficile votare chi ha condanne».
Per la senatrice Unterberger, la partita del Senato dovrà essere giocata di comune accordo con tutti i membri del Gruppo delle Autonomie, non essendoci spazio per individualismi. Per ora però, le strade tra Autonomie e Pd rimangono separate.
«Noi valutiamo a prescindere da quello che fa il Pd — chiosa la senatrice Svp — abbiamo 5 voti, non possiamo cambiare qualcosa, ma se ci verrà proposta una persona autorevole non abbiamo problemi a votarla. Qua mi devo un po’ fidare di quello che mi dicono. Della Bernini molti parlano bene. Dobbiamo riunirci con il gruppo e concordare cosa fare».
Tutti i senatori Svp sono alla prima esperienza in Senato. Non essendo abituati ai lunghi tempi delle trattative romane, ma alla pragmaticità altoatesina, fanno fatica a comprendere questo continuo fare melina tra le maggioranze: «Ogni partito fa un piccolo passo strategico e aspetta per vedere cosa faranno gli altri. Per ora anche noi aspettiamo».
Per Gianclaudio Bressa, senatore del Pd, anche lui componente del Gruppo delle Autonomie, quanto accaduto in aula non è nulla di nuovo sotto al sole: «Oggi non si poteva fare molto altro che stare a guardare — ha affermato Bressa — i voti erano di astensione da parte di quasi tutti. La Bernini è una partita interna al centrodestra. Ora per forza si farà un presidente. Il Pd dovrà decidere se presentare un proprio candidato o votare scheda bianca».
Secondo Bressa, la vera partita, l’ago della bilancia per il futuro di questo governo, sarà l’elezione del presidente della Camera: «Non so se si tornerà a elezioni — ha chiosato Bressa — ma ancora non si può parlare di ipotesi di governo. La cosa è molto complicata, in Senato riusciremo a eleggere il presidente, ma al momento non c’è nessuna ipotesi di maggioranza alla Camera. Siamo ancora in alto mare».